30 ottobre 2006

Santa Marinella, la sinistra si consegna a Tidei

«La sinistra ha dato di nuovo fiducia al sindaco Tidei». Così Emidio Bufalini, portavoce dei verdi di Santa Marinella ha spiegato il cambio di rotta di sabato. La sinistra era entrata nell’aula consiliare dopo una settimana di continui attacchi al sindaco ed alla maggioranza. L’obiettivo dichiarato della giornata era di rimettere le deleghe ed uscire dalla coalizione che sostiene il sindaco. Dopo quasi un’ ora di consultazioni il contrordine. «Il sindaco Tidei è colui che ci ha spinto a partecipare di nuovo e guidati alla vittoria - ha detto Bufalini - ed ancora deve dimostrare le sue capacita di capitano di un equipaggio alle prime armi e di così diverse estrazioni politiche». Chi ha assistito alle fasi salienti del movimentato consiglio di sabato ha potuto trarre un giudizio lapidario rispetto a tutta l’operazione nel suo complesso. In un colpo solo sono cadute tutte le remore manifestate in quasi due anni di gestione. Si è accantonato ognmi problema, a partire dalle vicende della società multiservizi comunale e del personale precario e di ruolo, la sede comunale, la farmacia comunale, i beni patrimoniali del comune e la loro svendita, il porto cittadino. Ogni cosa sulla quale la sinistra aveva costituito un caposaldo, sulla quale non era possibile trattare ma bisognava operare in un senso solo è stata messa da parte per quello che Dani ha chiamato senso di responsabilità. Chi è uscito vincente dal braccio di ferro giocatosi nella sala adiacente l’aula consiliare è stato solo Tidei, rafforzato nell’immagine e nella sua credibilità. Rifondazione ha tentato di portare a casa qualcosa, di ottenere un contentino, ed i parte c’e’ riuscita. La riunione di maggioranza è stata convocata quando il consiglio stava per votare gli esperti, paesaggisti ed agronomi, che dovranno sostituire, per effetto di una delibera dello scorso anno, la commissione edilizia comunale. I nomi che dovevano uscire dalle schede della maggioranza erano, secondo quelli derivanti dagli ordini di scuderia diffusi prima della seduta, gli architetti Gasparri e Pisacane. La trattativa di Rifondazione ha, probabilmente, avuto una contropartita in questo senso. Il nome uscito dall’urna insieme a quello di Gasparri è stato quello dell’architetto Borruso, candidato appunto del partito di Dani.

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