05 giugno 2007

Siamo alla frutta?

E' bizzarra questa città, o forse è bizzarro questo modo di fare politica, di governare e di amministrare. Nei paesi civili, moderni, è la stampa che chiede conto a chi governa di come lo sta facendo, che garantisce il cittadino, che fa luce negli antri bui della politica e dell'amministrazione. Qui no. Qui la stampa deve essere addomesticata, avvezza al potere , sfamata dal potere. E allora la mattina è piena di telefonate, e-mail e fax. "Ma che c... hai scritto? Ma come ti permetti. Adesso sono costretto a interessare il direttore e/o l'editore" Mai che nessuno si azzardasse a smentire con i fatti, con le prove, con i documenti quel poco che riesce a finire sul giornale. E questo già significa che le nostre cronache contengono seri elementi di verità. Esiste comunque una ragione in tutto questo contegno. E' quella dell'autotutela dell'organismo, inteso come essere vivente, che si sente minacciato, che avverte un'infezione al suo interno, un'infezione che si chiama verità. E da questa verità vuole difendersi per paura che questo virus, quello della verità appunto, si diffonda fra la gente non sufficientemente immunizzata dall'ormai famigerato quanto introvabile "libro dei sogni". Ecco le marce indietro, i numerosi dietro-front, mossi soltanto dal montare del pubblico disdegno, ecco gli aggiustamenti di rotta, continui, le prebende, i piccoli incarichi dai minuscoli compensi disseminati a pioggia. Ecco anche le continue inaugurazioni di opere mai iniziate e mai terminate, tagli di nastro che corrispondono in maniera geometrica allo spaccio di illusioni.
Se esiste una malattia ci dovrà pur esere la cura, ma a Santa Marinella è difficile trovare una personalità autorevole che possa restituire dignità alla politica, perchè questo solo, poco, serve. Dare dignità ad una funzione studiata per servire la gente.

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