Domenica pomeriggio, interno del Porto Odescalchi. Una guardia giurata armata mi impedisce di arrivare fino all'antimurale dove mi piace parcheggiare l'auto per andare con i miei bimbi nella spiaggetta sotto il castello. Mi chiede: "Scusi, lei è cliente?" Cliente di cosa, chiedo a mia volta . Non lo so ma la sua targa deve essere nella mia lista per poter passare". Giro la macchina e mi accingo ad una camminata di mezz'ora buona perchè alla spiaggia sotto il castello ci voglio proprio andare. per me è un simbolo, rappresenta l'unica cosa, credo, in città che ques'amministrazione dal carattere sanguinariamente mercantile non è riuscita a "sponsorizzare". Il Faraone ha perfettamente ragione quando ha promesso, nella fastosa campagna elettorale, la massima occupazione ma non nel senso dei posti di lavoro, come hanno creduto, abboccando, tutti; nel senso che lui ha occupato ogni spazio libero e vitale della città. Con il miraggio di fare le cose "a costo zero" ci costruinge in realtà a pagare tutto. La spiaggetta dietro il castello è l'unica nella quale qualcuno non ti rompe le scatole propinandoti il caffè, l'ombrellone, il lettino. Non ce n'è un'altra simile in tutta la nostra costa. Così, tanto per fare un esempio facile facile, è successo con i giardini pubblici. Come fare? Basta lasciarli sporchi ed incolti per un po'; poi si danno in concessione a qualcuno con la scusa di farli mantenere a costo zero. Così la città, piano piano, sta perdendo tutti i suoi piccoli spazi. Essere cliente significa pagare, o averlo già fatto.
Nulla esclude che fra qualche giorno, dopo le strisce blu, anche per respirare potremo ottenere la mascherina ad ossigeno solo dopo aver risposto SI alla fatidica domanda:
"Scusi, lei è cliente?"
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