Dall’incontro sui 35 progetti della scorsa settimana ho ricavato alcune riflessioni che vorrei condividere.
i 35 progetti sono praticamente gli stessi che girano da mesi: perché presentarli ufficialmente e in grande stile solo ora? Forse lo ha spiegato il consigliere Bianchi quando ha ripetutamente sottolineato, come a voler fugare critiche pressanti che circolano in città, che un’amministrazione non si deve giudicare in 2 anni mezzo, ma solo in 5. Un piffero, consigliere Bianchi. Per completare la metafora, nei primi minuti forse non si potrà capire che musica suona un’orchestra, ma a metà concerto sì. Soprattutto se nel frattempo diversi concertisti, uno a uno, si alzano e se ne vanno abbandonando gli strumenti in polemica con il direttore e i colleghi. Un minimo di delusione fra il pubblico in sala potrebbe essere inevitabile. Qualcuno che vuole indietro i soldi del biglietto.
E’ necessario secondo me che l’opinione pubblica di Santa Marinella segua con attenzione lo svolgersi (o no) dei progetti, sebbene io purtroppo non creda che nel presentarli l’amministrazione abbia voluto realmente coinvolgere i cittadini e chiedere il loro parere. C’è infatti un precedente: quando moltissimi santamarinellesi si sono pronunciati contro il progetto della sede comunale, hanno trovato una chiusura a riccio da parte dell’amministrazione, un muro di gomma e molti manifesti dove li si accusava di essere bugiardi. Alla faccia della partecipazione.
Francamente credo per altro che il problema di Santa Marinella non sia la realizzazione o meno dei 35 progetti (sebbene l’asilo nido sia assolutamente auspicabile, il recupero architettonico e sociale dell’ex cementificio un sogno bellissimo, un porto-isola davanti a villa Lessona un brutto incubo, per non parlare di case costruite tra l’ex Colonia e il castello di Santa Severa). A mio parere il problema più urgente della nostra città sta curiosamente scritto all’ultima, ultimissima riga del bel volume omaggio, una riga che sfiora la comicità involontaria. Mentre infatti nei precedenti 48 punti sono sinteticamente ma puntualmente indicate “opere e iniziative attuate e in fase di progettazione” per il 2007 con tanto di consigliere responsabile, tipo “ 48 - Risanamento palafitte lungomare Marconi – via aurelia (Marongiu)” il punto 49 recita così, giuro: “Urbanistica priorità da definire” – Da definire quando, signor sindaco e signori consiglieri di maggioranza? Quando tutti i buoi saranno scappati, allora chiuderete i cancelli? Quando saranno sparite villette, fagocitati spazi verdi, abbattuti alberi, costruiti centri commerciali su strade dove già ora si fa pari e dispari per decidere chi passa? Quando sarà avviata un’edilizia negoziata senza programmazione, senza modifiche del piano regolatore? Io credo che in realtà le priorità sull’edilizia le abbiate già stabilite: permettere che si costruisca il più possibile, il più possibile, il più possibile. E non dico che le ditte costruttrici non abbiano il diritto di fare affari o i proprietari di vendere (ci mancherebbe), dico che tali affari dovrebbero essere subordinati (venire dopo) agli interessi generali della città: traffico e viabilità, servizi, spazi verdi, estetica complessiva.
Ma certo, un assessore presente lo ha spiegato proprio durante l’assemblea: questa amministrazione non c’entra mica, dipende tutto dal vecchio piano regolatore, dipende tutto da “una congiuntura del mercato”.
Ma allora la domanda è: gli amministratori che ci stanno a fare? Bastano uffici per le pratiche burocratiche, no? Basta il mercato, vero? Se gli stessi amministratori non sanno orientare i fenomeni, riequilibrare eventuali squilibri del mercato, pensare prima al bene di tutti e poi a quello di pochi, se neppure sanno prima alleggerire il traffico di Valdambrini, ripensare il piano regolatore, valutare la reale necessità di un centro commerciale e solo dopo, eventualmente permetterne la costruzione?
Secondo me il nodo principale e questo, scioglietelo cari amministratori, se ne siete capaci, se tenete al giudizio di moltissimi santamarinellesi (considerando che ormai ciò che è stato fatto, o non fatto, resterà comunque a futura memoria. Il cemento è cosa che resta per definizione a futura memoria)
E sciogliete anche un altro nodo, un bubbone che cova sotto e sopra la pelle di tutti gli italiani: pubblicate, come prevede la nuova finanziaria, tutti gli incarichi di sottogoverno e le consulenze assegnate. Nomi, cognomi, retribuzioni, compiti svolti e obiettivi raggiunti. Sapere è un nostro diritto.
Paola Rocchi
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