27 ottobre 2007

E' un ring? Viva la boxe

Ancora sui Futuristi, stavolta due commenti trasformati in post da me che assisto, entusiasta, ad un dibattito su una questione che per una volta è squisitamente culturale e non becera polemica. Se riuscissimo a trasferire questo agone anche su questioni che riguardano la nostra povera citta sarebbe il massimo, significherebbe aver finalmente aperto "il laboratorio", o no?



Come al solito Concetto Marchesi focalizza in pieno la questione. Agli intellettuali è permesso conoscere agli eruditi cosmopoliti è concesso solo leggere e ripetere. Le elezioni si avvicinano e spero di vedere di nuovo in azione il Cosmopolita dopo anni di struggente silenzio e assenza forzata (di cose da dire).Se non che ultimamente lo si apprezza un pò troppo sul blog dei comunisti santa marinellesi. Dove fa il professore ma non si accorge che la classe non lo ascolta.Come non ascolterebbe Paola Rocchi se dicesse cose non interessanti. Caro Cosmopulito son finiti gli anni settanta, se puoi ripassa a scuola, e se ti piace fermati ad imparare qualcosa.
Comunistisempre



La ringrazio della sua attenzione, ma come precedentemente espresso non mi sono mai sognato di sopravvalutare il futurismo. Ho soltanto segnalato con diverse argomentazioni che ridurre il Futurismo e i suoi animatori a uomini “privi di sostanza filosofica e artistica, che hanno lasciato dietro di sé solo un po’ di quadri, e un mucchio di manifesti,” come definiti dalla Rocchi mi sembra assolutamente riduttivo e fazioso. Non si può negare candidamente che il Futurismo non abbia inciso sul ‘900 italiano, tutto qui. Per ciò che invece riguarda se per me sia un bene o un male che dal liceo scientifico non escano fascistelli o futuristi occorre distinguere tre cose. La prima è che - mi dimostri il contrario - non ne escono, quindi solo per la legge dei grandi numeri ciò è assolutamente innaturale (a meno che lei non sia assertore di una analisi marxiana per la quale l’ambiente determina l’orizzonte valoriale). Quand’anche la pensasse così, di fatto affermerebbe che all’interno del liceo, allora, verrebbe proposto ai ragazzi un preciso orizzonte valoriale e ciò è in antitesi con chi democraticamente crede che la scuola dovrebbe offrire strumenti per interpretare la realtà e non una realtà bella e confezionata.Per terzo, in ultima analisi e per ciò che mi riguarda personalmente, il fatto che dal liceo possa uscire qualche fascistello o qualche futurista non determinerebbe in me nessun terrore, anzi. Mi renderebbe felice, contraddirebbe la convinzione – le assicuro diffusa, che in quella scuola, preda di una baronia dinastica di stampo marxista, le maglie iniziano a cedere – ha presente frattocchie?
Il Cosmopolita

Nessun commento: