06 gennaio 2007

Tutto il mondo è paese

da "Il Giornale" di oggi una notizia che mi da uno spunto curioso:

Quattro amici al Viminale
di
Redazione
Il Viminale l’altro ieri ha inaugurato un nuovo tipo di comunicazione che potremmo definire come quello dei «quattro amici al bar». Il ministro degli Interni infatti per dare comunicazione delle sue ultime attività ha invitato a pranzo quattro giornalisti e tagliato fuori tutto il resto del mondo dell’informazione. Non solo dei quotidiani, ma anche della televisione, della radio, delle agenzie di stampa. Così ieri le prime pagine di Sole 24Ore, Corriere della Sera, Stampa e Repubblica potevano esibire le dichiarazioni di Amato e le ultime novità in materia di Islam, mentre il resto del circuito informativo doveva accontentarsi di leggere. È una scelta legittima, ma trattandosi del Viminale e non di un ministero qualsiasi, ci permettiamo di avanzare qualche dubbio sotto il profilo del bon ton istituzionale. Il ministro Amato infatti è liberissimo di continuare a tenere amabili simposi platoniani con le penne amiche ma, senza dover apparecchiare per forza altri posti in tavola, sarebbe decisamente più laico, liberale, riformista e pluralista dare le notizie a tutti.

Tutto sommato è lo stesso stile che adotta il governo della mia città. Le conferenze stampa sono convocate come le adunate in caserma, allo squillo della tromba, le "chiacchierate" si fanno solo con qualche amico. E se è vero che l'informazione costa pretendere di comprarla tutta con soli mille euro al mese è puerile. La regola vigente è che comunicati stampa debbano essere copiati alla lettera mentre gli articoli hanno necessità del visto preventivo.

Fra l'altro da quando il Calabrone ha lasciato il suo posto in prima linea non esiste più nè un ufficio stampa nè una sala stampa, nonostante qualcuno stia continuando a pagare ben tre addetti alla comunicazione per conto dell'amministrazione comunale. Nessuno, naturalmente, fa nulla per cambiare le cose.

Mi consola soltanto il sapere che altri stanno peggio.

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