11 febbraio 2007

Carlo Benci: Bianchi ha paura del futuro

Qualcuno in città, memore forse di antichi fasti consumati all’interno del potere ingordo della “balena bianca” vorrebbe prepararsi ad una nuova campagna elettorale.
Venanzo Bianchi è uomo di potere, un potere antico che ha creato in questa città piaghe sociali, insoddisfazioni, disoccupazione ed emarginazione. Il personaggio, nella sua veste di amministratore di moltissime Giunte passate e tutte di centrodestra ha alle spalle un lungo percorso politico in questa città; un percorso che ha causato la distruzione delle poche attività economiche esistenti, ha abbandonato il territorio e l’ambiente all’incuria, ha delegato la possibilità di scelta ai padroni esistenti. Ricordiamo del suo patrimonio amministrativo: la rete idrica della città che non portava acqua a molte zone, specialmente nel periodo estivo; la rete fognaria che riversava nei fossi i liquami e costringendo interi quartieri a vivere aria malsana; la mancanza di ogni manutenzione per le spalliere della ferrovia; la città sporca in conseguenza di un servizio di raccolta dei rifiuti precaria; discariche abusive sulle colline vicino ai fossi con i conseguenti pericoli per la comunità e le tragedie causate; il totale disinteresse per gli accessi al mare che hanno precluso ai cittadini la possibilità di godersi l’unico bene di cui la città disponeva per loro; giardini pubblici non frequentabili; impianti di depurazione che non hanno mai funzionato. La città con grandi problemi ed i cittadini bisognosi abbandonati a se stessi. Questo è il patrimonio che Venanzo Bianchi e la destra cittadina hanno lasciato alla città. Ora Bianchi si presenta come una mammoletta immacolata, sempre in testa alle contestazioni, sempre pronto ad indicare la via maestra. La paura e le cose che cambiano e che lo accomuna, nella protesta, a Bordicchia ed ad alcuni settori della sinistra radicale gli pregiudicano un possibile ritorno al passato. C’è un nuovo Partito in città: il “Partito del no a tutto”: no al nuovo municipio, no allo sviluppo del porto, no alla “multiservizi”, no ai piani turistici per la fatiscente ex colonia marina, no, no e sempre no. Questo perché uscendo dall’immobilismo si mettono in discussione antiche gerarchie ed antichi poteri ma anche vecchi schemi ed antiche zone di influenze: da destra a sinistra. Il nuovo che avanza, seppure con fatica e con qualche contraddizione, evidentemente fa paura. E’ questo il male di cui soffrono Bianchi ed i suoi antichi e nuovi alleati, la paura.

Carlo Benci

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