30 ottobre 2007

L'analisi del coltello ( e della forchetta)


Roberto è piccolo ma allo stesso tempo grande; l'analisi che fa è forte e spietata ed il fatto di dissimularla sotto una "falsa" intervista lo rende indubbiamente un abile professionista. Ma ha ragione, nella parte fionale, quando sostiene che non esista una vera alternativa al Faraone. Dopo l'implosione della maggioranza una bella botta, un colpo ben assestato sarebbe stato l'imporre alla città un modello nuovo di crescita, di sviluppo, di costume: una vera alternativa, insomma. Il centrodestra, un centrodestra valido e vivo poteva fare la differenza, essere la soluzione. Io aveva già parlato di un'alternativa di destra, senza il centro, ma la mia era una proposta forte, come sono abituato a farne anche per un senso di rottura degli schemi che mi sono sempre portato appresso. Quindi il centrodestra come soluzione vera. Ma esiste a Santa Marinella un centrodestra? E se qualcuno avesse la velleità di rispondere affermativamente è in grado di spiegarci il suo stato di salute? Respira ancora?

Togliamoci uno degli ultimi dubbi rimasti: la maggioranza del Faraone si è dissolta, nessuno l'ha fatta cadere e nella stessa maniera si è sciolto anche il centrodestra e forse non si costituirà mai più. I sintomi? La mancanza di una strategia vera e certa, la mancanza di obiettivi condivisi, l'incapacità di operare scelte collettive, di coltivare un progetto condiviso, di trovare un'intesa su qualcosa. I più colti potrebbero sentenziare che questa situazione sia stata generata da una mancanza di voglia, dalla mancanza di velleità, dalla incapacità di parlare alla gente e di discutere di politica, di elaborare idee e progetti. Senza dubbio questi due anni e mezzo di opposizione sono stati piatti, senza iniziativa, giocati di rimpallo, sempre in difesa. L'opposizione è stata asfittica, scollata, disordinata ed altempo stesso molto, molto fortunata. Come ebbi a dire tanto tempo fa mai un'opposizione è stata condotta da una minoranza che aveva il sostegno della maggioranza dei cittadini. Anche ora che si sta tentando di costruire uno straccio di programma, nel quale per inciso non crede nessuno e che ora come ora non serve a nessuno, manca una parola sui temi forti come il problema della termocombustione dei rifiuti, l'assetto del commercio, il destino della mutiservizi, i mille project financing o la sorte del porto Odescalchi. Manca quindi non solo un disegno politico condiviso ma anche la voglia di crearlo, non se ne avverte la necessità.

La soluzione, figlioli carissimi, è nel tornare a fare politica, aprire questo benedetto laboratorio, lasciarsi alle spalle qualsiasi disegno precotto ed ogni finzione istrionica da palcoscenico, da ultimo minuto. Il malgoverno del Faraone è imploso, è inutile darsi altri alibi. Spero che chiunque sia destinato a tornare sulla poltrona di via Rucellai sappia dare risposte concrete ai bisogni della gente, risposte in grado di reggere anche nel tempo, di regalare speranze. Ecco, in poche e chiare battute, sintetizzato il miglior programma elettorale possibile, da diffondere con una propaganda semplice, confezionato in un progetto valido e sostenuto da gente determinata. L'alternativa? Il solito partito della forchetta, nulla di più. Ma non credo ce lo possiamo permettere ancora, nè, in fondo, meritare.

Evviva il faraone


Stamattina ho incontrato il Faraone dove proprio non ti aspetti. In treno. Sarà che lui il treno non lo paga, ma vedere un ex Deputato e un ex Sindaco seduto sui sedili di un vagone affollato di pendolari e di turisti, devo ammettere che è piacevolmente sorprendente. Quest’uomo, l’ho sempre detto, è una forza della natura. Il suo “successo” politico, dipende anche da questi piccoli gesti. Innegabile. Ovviamente lo chiamo ancora Sindaco, non fosse altro per l’abitudine. Mi suona male infatti chiamarlo “Signor Tidei” oppure “Avvocato Tidei”, soprattutto perché non ho mai dato del “Tu” a Tidei; Sai che roba: “Ciao Pietro!” (mi viene da ridere solo a pensarci). La chiacchierata sarà breve dato che io scenderò a Santa Marinella. In cinque minuti cercherò di tirargli fuori più notizie possibili. Faccio o non faccio il giornalista? “Come sta Sindaco?” “Tutto bene Boccò. Ho letto che la Lattanzi si candida a Sindaco… (risata) “E Lei che fa, si ri-candida?” “ Certo. Anzi scrivilo sul giornale. Adesso vado una settimana all’estero e quando ritorno apro la campagna elettorale”. Bingo! Il timbro di voce e la sicurezza dell’affermazione non lasciano dubbi. Il Faraone si ri-candida. Rimango un attimino perplesso (francamente mi viene anche da ridere) ma giunge subito la sua domanda: “ Boccò, se io me candido, e a Destra ce mettono Venanzo Bianchi, chi vince secondo te?” “ Bella domanda… ma non credo che Venanzio possa fare il Sindaco del Centro-Destra”. Insomma la chiacchierata si fa stuzzicante fino a Santa Marinella. “Arrivederci Sindaco.” E scendo dal treno con l’assoluta convinzione che Tidei sarà uno dei prossimi candidati a Sindaco della nostra città. Detto questo il “problema” semmai, resta un altro. Chi sta contrastando attualmente, o in futuro, una probabile candidatura di Pietro Tidei? Siamo certi che la nostra città, questa strana città, non lo voglia davvero più? Da una parte c’è un Centro-Destra statico, immobile, fermo. Stanno tutti sollazzandosi. Marongiu, Bacheca, Ricci o Venanzio Bianchi? No. A te diamo la Provincia, a te la Regione, io voglio questo, a me il Vice-Sindaco, c’è prima Forza Italia, no c’è anche l’UDC….Fanno i conti senza l’oste. (Errore di sempre) “Di la” (a Sinistra) non giungono notizie. Spariti. Fermi anche loro. Girava voce “Paola Rocchi”, smentita. Dani che fa? Bufalini, Notazio, Barbazza? Nessuno si espone. Ce nessunooo? Andiamo al centro: Trebiani, Andrea Banchi? E L’Udeur? Qualcuno ci dica se esistono ancora. Tutto ciò mentre il Faraone passeggia beato al mercato del Giovedì, si “spara” due cene elettorali a settimana e si è esposto in prima persona sulla sua candidatura. Segno di autorità ed esperienza. A conclusione di ciò, non posso che esprimere una mia considerazione e dare un umile e personalissimo consiglio. La considerazione, e pure abbastanza reale è che la gente è stufa delle stesse facce. Nomi e Cognomi? Li conoscono tutti. Il Consiglio? Attenzione agli accordi e ….a Pietro Tidei. Perché se dovesse r-candidarsi e ri-vincere le elezioni, per “qualcuno” è pronta la domanda di l’espatrio.

Con rispetto parlando.

Roberto Boccoli

Per Emidio

Dunque, prescindendo dal fatto di dover rispondere serenamente ad un piglio tutto riposto, chissà com’è, costantemente in una precisa zona ideologica, provo a segnalare un paio di idee. La prima, se qualcuno apre una conversazione su un tema qualcun’altro non si meravigli se ci sono persone che la proseguono perché ad essa interessati. Se poi si vuol far polemica sterile, solo perché la conversazione non interessa, allora è tutto un altro discorso. Se poi si ricomincia con le storpiature dei nomi, con le richieste imperative di fornire nome e cognome su ciò di cui va o non va discusso, allora siamo proprio messi male. Ma andiamo più a fondo e meglio. Comprendo il malessere generatosi negli animi di chi si è reso CORRESPONSABILE del ritorno di Tidei a santa marinella, lo comprendo benissimo ve lo assicuro. Sono cosciente del fatto che anni di battaglie ambientaliste sono state vilipese da un sostegno ad una giunta di centro-sinistra-destra; penso sia avvilente, me ne rendo conto. La seconda, continuo a ripetere che: su un blog si parla liberamente di ciò che qualcuno ritiene importante a prescindere dal fatto che a qualcun altro non interessi (figuriamoci se poi di mezzo ci si mette un cosmopolita che mette in crisi quei quattro schemi della sinistra radical-chic di santa marinella); che nei discorsi dei cosiddetti politici locali non si sente mai parlare di scelte amministrative legate ad una precisa appartenenza ideale perché si corre solo per amministrare e non per affermare una visione dello sviluppo del territorio ed del vivere civico (ad esempio no alle palafitte e si alle case popolari, no alla privatizzazione dell’acqua e si all’installazione dei pannelli fotovoltaici sui palazzi di proprietà pubblica); del motivo perché ancora non sia sorto un comitato civico per redigere un codice da far sottoscrivere ai candidati e sul quale far dire su temi precisi che posizione assumeranno. E per finire ed essere chiari, queste non sono ELUCUBRAZIONI, queste considerazioni sono le radici delle scelte politiche e amministrative; questo è il luogo dove nascono le appartenenze, le similitudini, le distinzioni. Sento ancora parlare di categorie ottocentesche, del povero Fratturato preso come capro espiatorio quando tutti gli altri fanno le verginelle di bianco vestite, di personaggi che hanno dimostrato di essere quel che sono almeno venti anni fa e che meditano di ripresentarsi (e che saranno rivotati!). Mai sentito parlare del rapporto tra Tidei e COSVITUR, mai sentito parlare dei derivati finanziari utilizzati dalla giunta Tidei a Civitavecchia? Un nuovo modello antropologico si è fatto strada, i nuovi barbari sono alle porte (quelli che volevano vincere con Tidei al comune e con Storax alla regione, per intenderci), un cinico e virale sentimento di costante appartenenza alla maggioranza si è diffuso tra la popolazione. Sveglia ragazzi, occorre elaborare nuove forme di aggregazione civica, sennò questi sei mesi passeranno in fretta e ci risveglieremo in un altro incubo. “Ai governanti voltai le spalle quando vidi ciò che essi chiamavano governare: mercanteggiare e patteggiare con la plebe… Fra tutte le ipocrisie, questa mi parve la peggiore: che, anche quelli che comandavano, simulavano le virtù dei servi” (F. Nietzsche).
Il Cosmopolita

E' bello fare il giornalista?


Qualcuno un giorno disse: sempre meglio fare il giornalista che lavorare. Vero. Anzi verissimo. Non sembra lavoro un’attività che si fa con passione, talvolta con la frenesia di voler arrivare a toccare con mano una verità spesso mistificata coperta o sommersa. Non è un lavoro un qualcosa che si fa con amore immenso, un sentimento totalitario che non conosce ostacoli insuperabili,che non teme i pericoli. “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” diceva il grande filosofo Cartesio. Chi tenta, da precario a volte sottopagato, incurante di sottrarre ore al sonno, alla casa ai figli, mogli mariti e fidanzati, che è capace di resistere a stimoli vitali quali la fame e la sete pur di stare sulla notizie agisce con il cuore. La ragione, semmai, torna protagonista quando in nome di un giusta etica e deontologia cerca di dare un’informazione corretta, coerente, facilmente comprensibile e verificabile. Purtroppo per dieci, cento mille giornalisti che sbagliano, certo, esagerano, ma di sicuro faticano, come pochi possono immaginare pur di stare sulla notizia c’è sempre una qualche pecora nera. E’ l’eccezione che conferma la regola. C’è chi, infatti, ha scoperto che invece di lavorare ci si può far fare un contratto da giornalista. Qual è la differenza? Enorme. Per prima cosa devono esserci le condizioni affinché ciò avvenga. E’ sufficiente trovare un ente, difficilmente un editore sarebbe cosi sprovveduto, disposto a non badare a spese pur di dotarsi dell’ importante figura del portavoce. Tutto qui ? No. Nessuno deve poi controllare se la produttività sia pari allo stipendio percepito;pena la nullità e l’inefficacia dell’operazione. Tutto chiaro ora. Ancora no?????. Ma allora non siete mai stati alla Perla del Tirreno.
Gaia Letizia

29 ottobre 2007

Le interviste "impossibili"

Giampiero Baldi intervista Osvaldo De Pasquale.
Sullo sfondo Paolo Varchetta e Marco Bonifacio.
Bacco ha sicuramente fatto il resto.

Apologia di comunismo, l'Udc inventa il reato

Ma tu guarda l'Udc, eh? zitti zitti....ma lo saprà Volontè che qui a Santa Marinella Andrea Bianchi e i suoi stavano in lista ed al governo con Rifondazione, e non solo a Santa Marinella? E degli inciuci di Baccini con il Faraone?
Si chiama Luca Volontè. E' capogruppo alla Camera dell'Udc. Piuttosto attivo, il suo volto è spesso impacchettato nei pastoni dei tg Rai, le sue idee chiare e conseguenti. Ha deciso di stanare tutti i comunisti italiani. Sulla scorta delle notizie ricevute dalla Polonia dei gemelli Kaczynski, tra l'altro appena sconfitti alle urne, Volontè ha deciso di aprire la più grande delle questioni politiche. "Martedì mattina ogni deputato riceverà in casella il modulo di adesione alla nostra proposta di legge di riforma costituzionale per inserire il divieto di apologia del comunismo insieme al reato già previsto per il fascismo". "Siamo un Paese vergogna", attacca quindi Volontè, secondo il quale "è necessaria una operazione verità sui 100 milioni di morti irrisi dai comunisti al governo. Staneremo uno per uno i fedeli amici di Lenin e dei suoi gulag". La proposta lanciata nei giorni in cui il suo capo Pier Ferdinando Casini è in viaggio di nozze, non ha trovato l'entusiasmo che Volontè presumibilmente valutava di raccogliere. Finanche Roberto Calderoli, che è Calderoli, pur trovando l'iniziativa "condivisibile", la ritiene "superflua o comunque tardiva". E Gianfranco Rotondi, democristiano e moderato almeno quanto Volontè, ricorda che "non esiste il comunismo, ma tanti partiti comunisti. Il comunismo italiano non ci ha negato la libertà, ma ce l'ha portata col sangue dei partigiani". L'amichevole osservazione di Rotondi forse rallenterà la raccolta delle firme alla quale, come ha annunciato, da domani il deputato vorrebbe destinare ogni energia.
Certo, Volontè non ha ancora chiarito, ma ne avrà tempo, quale sarà il destino di coloro che verranno "stanati". Tra l'altro proprio di fronte al suo banco, e per giunta nella qualità di presidente dell'assemblea, è seduto un comunista: Fausto Bertinotti. Altri si trovano al governo, molti anche in Parlamento. Un illustre ex al Quirinale. Stanarli tutti sarebbe una fatica, per non dire dell'imbarazzo a lavorare sulla Carta Costituzionale frutto, purtroppo per Volontè, dell'opera (e dell'inchiostro) di parecchi comunisti.
da repubblica.it di oggi

27 ottobre 2007

Non è facile, per Cosmo non è proprio facile

Noto con piacere che gli adepti di Zenone di Cizio non hanno vita facile, ma tenterò di animare ancor più la discussione nonostante si moltiplichino i miei detrattori. Nonostante la sua buona volontà di voler condurre la conversazione su temi meno polemici mi occorre dover sottolineare tre aspetti a mio avviso sconfortanti. Il primo è che i cosiddetti professionisti della politica locale sono completamente avulsi da contesti come questo perché sono evidentemente legati a logiche (piani regolatori, stralci, bilanci, project, finanza bislacca etc.) puramente amministrative e di dibattiti intorno a ciò che dovrebbe essere alla radice delle loro scelte ideali non gliene importa niente. Rimangono quatti quatti nei retrobottega della “politica” senza mai disegnare un orizzonte di valori che guidi il loro compito (su temi come l’identità civica, non è un caso che se ne sia occupata proprio e solo la Professoressa Rocchi). In secondo luogo è evidente il fatto che in questo blog si ritrovino ad interagire fino ad ora (magari anche troppo animatamente) solo quelli che, anteponendo ai propri gli interessi della cittadinanza, hanno a cuore per davvero il destino di santamarinella, prescindendo dalle rispettive posizioni di appartenenza. La terza considerazione però, evitando un buonismo veltroniano che sinceramente ho in uggia, la devo spendere per dimostrare come certi ambienti, evidentemente disabituati alla critica, non perdono occasione per utilizzare una tecnica già nota come “del colpo di rimbalzo” usata tra l’altro in modo leninista (tecnica che tende a colpire la persona che sostiene certe idee – insultandola, affinché certe idee vengano screditate). Cito: “categorie mentali giurassiche”, “Forse Cosmopolita è un uomo di teatro”, “agli eruditi cosmopoliti è concesso solo leggere e ripetere”, “Cosmopulito”, “se puoi ripassa a scuola, e se ti piace fermati ad imparare qualcosa”, “pensare che "La guerra è la sola igiene del mondo" è da cretini: sia nel '15 che nel 2007” “Non ci assordate con polemiche inutili”. Capisco che non la si possa pensare allo stesso modo e che, come mi confortano il Marchesi e la Rocchi, dal liceo scientifico escono anche fascistelli e quindi lo stesso non è una baronia dinastica di stampo marxista, ma non apriamo parentesi sulla pluralità di idee della scuola italiana, per carità, ma nemmeno su quella di santa marinella. Per i simpatici comunistisempre invece che dire, prima fanno i blog interattivi poi oscurano i commenti scomodi, chiamarlo PRAVDA sarebbe stato più consono o no?
Il Cosmopolita

Ancora Paola: alza il tiro?

Forse Cosmopolita è un uomo di teatro, perchè l'espressione "scuola preda di una baronia dinastica di stampo marxista" è una pura invenzione dell'autore, e fa anche un po' ridere. Se invece è detta sul serio, mi intristisce molto verificare come si giudichi senza conoscere l'attualità delle cose, usando categorie mentali giurassiche. In ogni caso perdono Cosmopolita, ma lo prego di smetterla di citare il Liceo, perchè senza motivo alcuno (e in modo anche vagamente offensivo) sta facendo un grave torto al pluralismo di idee, di impostazioni didattiche e di personalità chi si riscontrano tutti i giorni in quella scuola fra insegnanti e studenti. I quali sono quotidianamente e seriamente impegnati tutti i giorni in cose importanti e semplici:i primi ad insegnare la matematica, l'inglese, l'italiano, il latino, la storia, la filosofia, la fisica ecc., i secondi a studiare per prepararsi al mondo del lavoro o dell'università.
Approfitto per fare un'ultima considerazione generale: la scuola italiana, tutta la scuola italiana, ha bisogno in questo momento di rispetto e fiducia. Le sfide che ragazze e ragazzi dovranno affrontare sono enormi; i docenti italiani lo sanno e ne sentono la grande responsabilità. Non ci assordate con polemiche inutili.

Paola Rocchi

E' un ring? Viva la boxe

Ancora sui Futuristi, stavolta due commenti trasformati in post da me che assisto, entusiasta, ad un dibattito su una questione che per una volta è squisitamente culturale e non becera polemica. Se riuscissimo a trasferire questo agone anche su questioni che riguardano la nostra povera citta sarebbe il massimo, significherebbe aver finalmente aperto "il laboratorio", o no?



Come al solito Concetto Marchesi focalizza in pieno la questione. Agli intellettuali è permesso conoscere agli eruditi cosmopoliti è concesso solo leggere e ripetere. Le elezioni si avvicinano e spero di vedere di nuovo in azione il Cosmopolita dopo anni di struggente silenzio e assenza forzata (di cose da dire).Se non che ultimamente lo si apprezza un pò troppo sul blog dei comunisti santa marinellesi. Dove fa il professore ma non si accorge che la classe non lo ascolta.Come non ascolterebbe Paola Rocchi se dicesse cose non interessanti. Caro Cosmopulito son finiti gli anni settanta, se puoi ripassa a scuola, e se ti piace fermati ad imparare qualcosa.
Comunistisempre



La ringrazio della sua attenzione, ma come precedentemente espresso non mi sono mai sognato di sopravvalutare il futurismo. Ho soltanto segnalato con diverse argomentazioni che ridurre il Futurismo e i suoi animatori a uomini “privi di sostanza filosofica e artistica, che hanno lasciato dietro di sé solo un po’ di quadri, e un mucchio di manifesti,” come definiti dalla Rocchi mi sembra assolutamente riduttivo e fazioso. Non si può negare candidamente che il Futurismo non abbia inciso sul ‘900 italiano, tutto qui. Per ciò che invece riguarda se per me sia un bene o un male che dal liceo scientifico non escano fascistelli o futuristi occorre distinguere tre cose. La prima è che - mi dimostri il contrario - non ne escono, quindi solo per la legge dei grandi numeri ciò è assolutamente innaturale (a meno che lei non sia assertore di una analisi marxiana per la quale l’ambiente determina l’orizzonte valoriale). Quand’anche la pensasse così, di fatto affermerebbe che all’interno del liceo, allora, verrebbe proposto ai ragazzi un preciso orizzonte valoriale e ciò è in antitesi con chi democraticamente crede che la scuola dovrebbe offrire strumenti per interpretare la realtà e non una realtà bella e confezionata.Per terzo, in ultima analisi e per ciò che mi riguarda personalmente, il fatto che dal liceo possa uscire qualche fascistello o qualche futurista non determinerebbe in me nessun terrore, anzi. Mi renderebbe felice, contraddirebbe la convinzione – le assicuro diffusa, che in quella scuola, preda di una baronia dinastica di stampo marxista, le maglie iniziano a cedere – ha presente frattocchie?
Il Cosmopolita

26 ottobre 2007

Ancora i Futuristi, purchè se ne parli

Eppure lo dico sempre io, che alle provocazioni non si dovrebbe mai rispondere, perché non sono utili a niente, meno che mai a capire le situazioni e a dialogare, eppure che faccio? Cris esalta il gesto di una fontana rossa chiamandolo futurista (quando secondo me è solo paccoltiglia di una società misera), io ci casco e mi lancio in un sincero e appassionato giudizio estetico liquidatorio del futurismo, un movimento che mai in classe, quando lo spiego, definisco con le stesse parole, o descrivo negli stessi termini usati sul blog, ma solo con l’oggettività di quello che si sa e si può capire, in modo chiaro dalla lettura dei numerosi manifesti che i futuristi hanno lasciato (ne conservo a casa copia antologica completa). Io che ho frequentato all’università per tre anni corsi monografici sulle avanguardie del Novecento (studiate in molte salse), mi sono beccata la giusta reprimenda di un Cosmopolita qualsiasi senza nome né cognome (simpatico però, molto più di un Nazionalista qualsiasi). Naturalmente ha ragione Cosmopolita nell’evidenziare, da un punto di vista strettamente culturale, la complessità del fenomeno, ed ho ragione io (naturalmente dal mio punto di vista) a dire che i testi letterari dei futuristi fanno pena (a parte quell’incendiario di Palazzeschi, che infatti trascendeva dalle etichette). Inoltre non serve essere spie sovietiche (per carità, che noia con questi riferimenti) per rintracciare nei testi dei futuristi, disponibili a tutti coloro che li trovano o li conservano, chiari elementi ideologici a sostegno di quelle posizioni antidemocratiche, antifemministe (a proposito di emancipazione femminile) e belliciste che avrebbero provocato, di lì a pochi anni, tanto dolore inutile a tanta gente. Posto che naturalmente ha ragione Cosmopolita: le guerre a volte sono inevitabili. Quando qualcuno minaccia direttamente e con la forza la tua vita e quella dei tuoi figli, la tua libertà di pensiero e di parola, il tuo suolo nazionale, la tua dignità di persona, allora per forza che ti devi difendere (affrontando lo schifo della guerra), ma che queste cose c’è bisogno di dirle? Cosmopolita concorderà certamente con me. Su una cosa io non concordo con lui: cosa c’entra il Liceo Scientifico di Santa Marinella? Da lì è sempre uscito davvero di tutto, perché sempre di tutto esce fuori da una scuola pubblica, perché per fortuna si pratica la libertà di pensiero e il diritto al sapere. Compreso il fenomeno culturale del futurismo, andato in scena oggi, per strana coincidenza, in una classe quinta (prima di leggere il blog, ovviamente), senza formulazione di giudizi negativi, con distaccata oggettività, insieme ai quadri di Picasso. Basterebbe chiedere.
Paola Rocchi

25 ottobre 2007

Una festa a lungo attesa




Non è uno sfoggio di cultura. E' che nel pensare a quello che vi sto per raccontare mi è venuto in mente proprio il titolo del primo capitolo del libro che ho letto tre volte ( e forse partirò per un quarto "ripassino" molto presto) e quando ci si forma da giovani su certe letture molte cose riaffiorano in testa di continuo. Ma bando alle chiacchiere la festa a lungo attesa non c'è stata. Per dirla alla Endrigo
"la festa appena cominciata è già finita"
(madonnamia, stasera sono un poeta). Insomma ieri era il 24 ottobre, la data dell'uno contro tutti, e l'uno contro tutti non c'è stato. La motivazione non si conosce nè si sa se lo spettacolo verrà replicato. Forse nessuno dei cosiddetti avversari, giuda, traditori, assessori, ha raccolto il guanto di sfida e la sala rischiava di essere riempita soltanto da curiosi, gente che avrebbe voluto vedere il sangue comunque ed in ogni caso ma disinteressata da ogni bega politica. O forse proprio quelli "pataccati" sarebbero stati in prima fila e allora sarebbero stati veramente ...fatti amari. Comunque diciamo che il Faraone ha trovato, come suo solito, di meglio da fare. Sicuramente serviva una mano per rassettare il supermarket, dare una sistemata agli scaffali. Anche a noi, tutto sommato, è andata bene. Tanto per parafrasare il libro di cui dicevo prima sarebbe stato spiacevole passare una serata con
il "Signore degli Anelli"...al naso.

Oh si si, I Futuristi si si!


Mi ergo, per paradosso, a difensore d’ufficio del futurismo, non sono mai stato un Futurista se non per spocchia contro il parere della vulgata maggioritaria, resistenziale e antifascista. Il tentativo della Professoressa Rocchi di voler ridurre il movimento futurista ad una banda di “pazzi e crudeli”, con un tentativo liquidatorio a metà tra Al Capone e la censura di stampo sovietico, è sinceramente eccessivo. Voler ridurre il contributo straordinario dato dal movimento futurista dal punto di vista artistico, filosofico, sociale, politico e del costume significa andare fuori misura. Voler negare che i futuristi siano stati gli interpreti più attenti se non i fautori dei sommovimenti che hanno investito i primi anni del secolo scorso è perlomeno miope. Voler negare i contributi dati dai futuristi nella moda, nel design ed anche nell’emancipazione della donna nella società moderna è qualcosa di sinceramente goffo. I futuristi sono stati nella storia gli unici cantori crudeli e pazzi della Guerra? Allora dovremmo liquidare allo stesso modo tre quarti dei classici, il Virgilio dell’Eneide, il Caio Giulio Cesare del De bello Gallico, ma anche e ironicamente il simpatico Ernesto Hemingway che, schieratosi apertamente con le schiere antifranchiste, andò in Spagna dicendo: “Vado per uccidere almeno un fascista” (peccato che trovò un fascista che sparava meglio di lui). Allora per questa frase idiota dovremmo rinunciare a tutte le opere dell’Ernesto esule a Cuba? Penso proprio di no! E che dire del simpatico Nazim Hikmet, il poeta filosovietico !?! Ma ancora, dobbiamo credere secondo le prospettive neoghandiane della Prof.ssa Rocchi che la guerra è sempre male e la pace è sempre bene? Sempre? Anche qui i conti non tornano, i popoli di tre quarti del pianeta a noi occidentali ce la stanno giustamente promettendo e alcuni ce la stanno già facendo, la guerra, ma non penso perché siano pazzi, tutt’altro. Comprendo il senso protettivo della Professoressa, percepisco lo stato d'animo accoratamente sentimentale del finale dell’articolo, avverto anche il grido di dolore per le ingiustizie che quotidianamente dobbiamo sopportare da una banda di pseudoamministratori, ma non è con la censura che si riuscirà a trovare la strada giusta e nemmeno riducendo un gesto straordinariamente simbolico ad un atto di vandalismo. A margine, tutto ciò spiega in modo solare come mai dal liceo scientifico di santa marinella non sia mai uscito non dico un fascistello, ma almeno una mezza calzetta futurista.

Un cosmopolita

23 ottobre 2007

La Carducci nello spazio


Collegamento riuscito. Cento studenti della scuola media Carducci hanno conversato ieri mattina con l’astronauta statunitense Clay Anderson che, a borso della stazione spaziale orbitante ISS, ha risposto nella finestra temporale di sette minuti, il tempo impiegato dalla stazione orbitante per sorvolare il comprensorio. Il collegamento fa parte del programma ARISS school contact che offre questa possibilità agli studenti attraverso una stazione amatoriale. L’organizzazione è stata resa possibile grazie alla disponibilità del dirigente scolastico Maria Rita Ferrari, degli insegnanti Francesca Chianappi, Francesca Musella e Livio Spinelli e dei radioamatori Francesco De Polis e Stefano Loru. Il commissario prefettizio, atteso, non è venuto.

Fratturato e la sua Terza Posizione

Il Movimento “L’Ancora” esce allo scoperto dopo l’operazione che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale cittadino e parte con le consultazioni delle altre forze politiche per dare la svolta che serve a Santa Marinella. “Quello che ci occorre in questo momento – dice Eugenio Fratturato - è sondare, analizzare le opinioni dei cittadini per la stesura del programma elettorale che deve essere il più vicino alla gente, reale e fattibile da realizzare nei prossimi cinque anni. La caduta del Sindaco Tidei, sopravvenuta per la sfiducia presentata da 11 consiglieri di minoranza e maggioranza deve fare riflettere, perché una maggioranza con l’incapacità di fare squadra e l’incapacità di ritrovare forme di coinvolgimento in grado di smuovere il sistema qualunquistico e personalistico che ha contraddistinto l’attività svolta in questi anni dai politici facenti parte della Maggioranza di Tidei, è fallimentare su ogni fronte.” Fratturato è salito agli onori della cronaca, nell’ultimo periodo, per il continuo accenno ad un suo probabile ingresso in maggioranza. “Non mi è stato chiesto alcun intervento per mandare a casa Tidei – dice l’ex consigliere comunale – né si sono verificati i presupposti che il movimento che rappresento considerava essenziali per appoggiare la maggioranza al governo della città. Questo lo dico solo per onore di precisazione sulle tante chiacchiere, pettegolezzi ed insinuazioni che non hanno comunque scalfito la mia onorabilità, la mia integrità personale e la credibilità politica. Oggi è tempo di lavorare – conclude Fratturato - di costruire, di individuare un Leader ed una classe politica in grado di offrire alla Città di Santa Marinella un governo forte e determinato, ma con una identità etico –civile - solidaristica in grado di smuovere passioni e voglia di fare.”

Per Chicco An soffre di protagonismo.

Da un incontro tenutosi la scorsa sera con gli amici della destra civitavecchiese è scaturito un dibattito sulla situazione politica di Santa Marinella. Sono venuto così a conoscenza della millantata e reiterata pretesa da parte del Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale di Santa Marinella di essere il solo circolo cittadino visto che, secondo loro, l’altro circolo cittadino, il “G. Fini”, non avrebbe ricevuto regolare ratifica. Tutto ciò nonostante le mie lamentele espresse mesi fa a mezzo stampa, alla Federazione Provinciale e per conoscenza a Gianfranco Fini.
Ebbene il sottoscritto Domenico (Chicco) D’Andrea, Presidente del suddetto Circolo “G. Fini”, è invece legittimamente presente e attivo nella politica locale, amato e stimato trasversalmente da tutte le forze politiche. I membri del Circolo Territoriale, quindi, dovrebbero togliersi dalla testa di essere gli unici rappresentanti di Alleanza Nazionale a Santa Marinella.
Mi preme quindi ricordare ai responsabili del Circolo Territoriale che qualora fossero convinti che il Circolo “G. Fini” non fosse legittimamente costituito, di farmi pervenire dalla Federazione Provinciale un comunicato di scioglimento del circolo di cui mi onoro di essere Presidente.
Il sig. Roberto Bacheca, in particolare, può scordarsi di una sua candidatura a sindaco, ventilata recentemente e spalleggiata sui quotidiani locali da presunti sostenitori tra l’altro “non votanti”. Ciò, invece, dovrebbe proprio essere evitato onde mettere in poca luce Alleanza Nazionale a Santa Marinella. L’autocandidatura è un sistema che il Circolo “G. Fini” non permetterà mai: per ricoprire una carica istituzionale tanto importante dovrà essere tutta – dico tutta – l’Alleanza Nazionale cittadina a volerlo.
Nei confronti del sig. Mauro Bianchi, sedicente coordinatore comunale dei due circoli di Alleanza Nazionale di Santa Marinella, ho un’analoga posizione in quanto nominato dal solo Circolo Territoriale, scelta alla quale non ha preso parte il Circolo “G. Fini”. Ci sarebbe bisogno di un po’ di chiarezza: perché il Circolo Territoriale avrebbe bisogno di un coordinatore con il Circolo “G.Fini” che, tra l’altro, non riconosce?
Qualora la Federazione Provinciale non smentisse questa mia lettera, la presente valga come monito a tutti i personaggi che soffrono di protagonismo.
Domenico D'Andrea

Oh no, i futuristi no!

Hanno cantato la guerra come “unica igiene del mondo”, crudeli e pazzi, indifferenti all’evidenza che la guerra aveva massacrato innocenti da sempre, ragazzi e giovani uomini buttati su un campo di battaglia a scannarsi; oh no, i futuristi no , crudeli, pazzi e stupidamente ignari di fronte a quello che stava per succedere, non più guerre fra giovani uomini di eserciti uno di fronte all’altro, ma mattanze di innocenti sulle trincee e soprattutto nelle strade delle città, massacri e genocidi, i futuristi, questo cantavano i futuristi che del futuro non aveva capito niente di niente…. Privi di sostanza filosofica e artistica, hanno lasciato dietro di sé solo un po’ di quadri, e un mucchio di manifesti, perché non erano intellettuali liberi, ma pifferai di una borghesia industriale che doveva propagandare le proprie macchine e le proprie guerre.
E poi in quella fontana rossa io non vedo nessun gesto futurista, ma solo l’atto di un povero fallito in cerca del suo quarto d’ora di celebrità, che naturalmente ha avuto, perché i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa, la tv in particolare, hanno bisogno del marciume umano, perché ciò che è mite e buono, rispettoso, non fa notizia, ossia non fa vendere pubblicità.
Allora facciamola ‘sta rivoluzione, ma guardando avanti, avendo il coraggio di dire e praticare i gesti miti e buoni, avendo la forza di dire senza arroganza, ma con determinazione, quello che fa schifo: il Novecento ha fatto schifo, la guerra ha fatto e farà schifo sempre, la distruzione del nostro pianeta fa schifo, la televisione italiana fa schifo, spesso fanno schifo pure i giornali italiani, i pifferai che ingannano i puri di cuore fanno schifo, la ricerca della ricchezza o del potere a tutti i costi fa schifo, la mancanza di etica nella prassi politica fa schifo, il voto di scambio fa schifo, il centro commerciale a via valdambrini senza viabilità, con il fosso tombato, con nuvole di polvere e rumore assordante che si riversano sui bambini e le maestre, fa schifo.
Paola Rocchi

22 ottobre 2007

Futurismo, la strada per la rivoluzione


Quando una società muore di conformismo solo un'avanguardia riesce, spendendo 150 euro di anilina, a mandare un'opera d'arte in giro per il mondo in sole tre ore. 150 euro contro 15 milioni d'euro spesi per la mostra del cinema. L'azione futurista è arte, cultura e vita e serve a surrogare la politica quando questa non si riesca ad esercitare per mancanza di forza necessaria, per totale assenza di capacità o per la soverchiante esistenza di co-interessi. E' futurista la cultura della rivoluzione; basta con la contemplazione di una tradizione vuota e svuotata. Fare un passo avanti, dare un colpo di bisturi, rivoluzione, improvvisazione, slancio, entusiasmo, record, elasticità, eleganza, generosità, straripamento, smarrimento. Scoperta di un nuovo e molteplice ruolo.

Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità

Ancora Bologna, altre prove


Il giallo della strage di Bologna. Ecco le prove della pista araba

Il governo Prodi mente sulla strage di Bologna. Incalzato da due interrogazioni parlamentari di Enzo Raisi (An) l'Esecutivo ha dato, di fatto, la netta sensazione di voler aiutare un terrorista di sinistra tedesco a crearsi un alibi a posteriori per la bomba alla stazione del 2 agosto 1980. A scoprire il bluff governativo sulla presenza nel capoluogo emiliano di Thomas Kram, legato all'estremismo arabo del network terroristico di Carlos «lo Sciacallo», è stato un blog di sinistra, curato da Gabriele Paradisi una sorta di poeta intellettuale bolognese che si è messo a spulciare minuziosamente le versioni ufficiali della procura rivelatesi piene di errori e contraddizioni. E così quando il sottosegretario Scotti, a nome del governo, ha risposto a Raisi sui motivi per cui non si era mai voluto indagare sulla presenza di un terrorista di quel calibro a Bologna il giorno della strage, sono stati i segugi del blog a smascherare reticenze e gravissime omissioni. La prima: il governo ha spiegato che Kram non poteva essere coinvolto nella strage perché aveva preso un treno in Germania l'1 agosto, ed era arrivato in Italia dopo la strage.
Il treno che non c’è
I blogger sono andati a consultare l'orario delle ferrovie europee di quell'anno, e hanno scoperto che il treno di cui parla il governo non esisteva, e che comunque quel treno non era quello citato nel rapporto di polizia, che invece datava il viaggio del Kram al 31 luglio, quindi in tempo utile per la strage del 2 agosto. Sbugiardato e messo all'angolo, il rappresentante del governo Prodi replicava che evidentemente si era trattato di un errore dovuto alla nota della procura che citava un altro treno... Purtroppo per Scotti, i soliti blogger nello scoprire che il sottosegretario citava treni impossibili, arrivano a ipotizzare che una strana coincidenza segnava la risposta ufficiale del governo italiano: sembrava ricalcare a pieno l'alibi che aveva fornito lo stesso Kram in una intervista al Manifesto dell'agosto scorso. Secondo il nostro governo, quello che diceva Thomas Kram era tutto vero. E siccome date e orari non tornavano, ecco che il governo sistemava le discrepanze. Kram, costituitosi in Germania dopo 26 anni di latitanza (iniziata, guarda caso, proprio il 2 agosto 1980) nell'intervista si giustificava dicendo di essere stato sì a Bologna, ma di aver notato, appena uscito dall'albergo, una certa confusione, e di aver preferito quindi non andare in stazione, ma andare in taxi a prendere una corriera per andare a Milano da una sua amica. I blogger hanno però scoperto che dal suo albergo era impossibile vedere la stazione ferroviaria, e poi la stazione delle corriere era proprio accanto a quella ferroviaria. Quanto alla supposta amica milanese di Kram, interrogata dalla Digos, ha smentito categoricamente di aver visto il tedesco in quei giorni.

A questo punto il sottosegretario Scotti, in palese difficoltà, replicava che le informazioni del governo provenivano direttamente dalla procura di Bologna, e che quindi eventuali imprecisioni andavano addebitate a loro. Ma aggiungeva, involontariamente, un dato clamoroso: «Il fascicolo relativo a Thomas Kram venne distrutto nel 1997 in seguito all'entrata in vigore dell'Accordo di Schengen», perché Kram a quel punto era solo un cittadino tedesco che aveva diritto alla sua privacy. Kram, però, non era un cittadino tedesco qualsiasi essendo ricercato nel mondo per una serie di attentati.Lettera ai tedeschiLa storia «italiana» di Kram era iniziata nel 2003 quando il magistrato Lorenzo Matassa, consulente della commissione Mitrokin, assieme ad un altro consulente, Gian Paolo Pelizzaro, arrivano in ritardo ad un appuntamento per consultare gli archivi della polizia a Bologna. In questura i consulenti trovano solo il piantone che, preso alla sprovvista, li accompagna negli archivi lasciandoli liberi di guardarsi attorno. I due notano una cartella intitolata «T Kram». Il nome non era del tutto nuovo, visto che il giudice istruttore francese Jean-Louis Bruguière lo aveva inserito tra i costitutori di un gruppo terrorista filopalestinese facente capo a Carlos lo sciacallo. Aperta la cartella, vi trovarono dentro una lettera firmata dall'allora capo della Polizia Gianni De Gennaro, datata 8 marzo 2001, indirizzata alla magistratura tedesca. Su Thomas Kram, De Gennaro scriveva: «Risulta essere arrivato a Bologna l'1 agosto 1980, aver preso alloggio presso l'Albergo Centrale, stanza 21, ed essere ripartito il 2 agosto». De Gennaro stabiliva che la copia venisse trasmessa anche alla Procura di Bologna, per verificare eventuali collegamenti con la strage. Nella risposta ai colleghi tedeschi, elencava una serie di segnalazioni provenienti dalla Germania tra il 1979 e il 1980 perché gli italiani «tenessero d'occhio» quel Thomas Kram, portaordini del terrorismo filopalestinese. E De Gennaro aggiungeva che Thomas Kram era stato individuato al momento del suo ingresso in Italia via treno il 31 luglio 1980, pedinato, fermato, perquisito e rilasciato.

Compagno a Bologna

Un dettaglio singolare perché proprio di un «compagno» aveva parlato pochi mesi prima Carlos in una intervista rilasciata dal carcere francese. «Un nostro compagno si accorse di essere pedinato, uscì dalla stazione di Bologna di corsa, e pochi istanti dopo ci fu l'esplosione». Carlos e De Gennaro dicevano la stessa cosa: quel giorno, a Bologna, alla stazione, c'era un «compagno». E infine. Anziché accanirsi ossessivamente sui «fascisti» Mambro e Fioravanti la procura di Bologna forse avrebbe potuto scandagliare di più sul fronte arabo anche perché, Kram a parte, tre settimane prima del 2 agosto 1980 l'allora prefetto Gaspare De Francisci, capo dell'Antiterrorismo lancia l'allarme sulle possibili ritorsioni ai danni dell'Italia da parte del Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp) che faceva pressioni per ottenere la liberazione di Abu Anzeh Saleh, rappresentante del Fronte in Italia detenuto nel carcere di Trani. Contestualmente la magistratura francese scopre, fra le carte di Mourkabal Michel Walib, braccio destro di Carlos, un indirizzo di Bologna («via S.Pio V 13, secondo piano a sinistra») e una parola d'ordine per accedere in un appartamento con granate, dinamite, detonatori, congegni a tempo. A quell'indirizzo corrisponde proprio il covo bolognese di Abu Saleh. Ce n'era abbastanza per indagare anche sul fronte arabo. Ma la strage doveva essere fascista, e fascista è passata in giudicato.

di Gian Marco Chiocci da il Giornale del 22 ottobre 2007

21 ottobre 2007

Due sentenze interessanti


La Corte Costituzionale, con sentenza n. 344 del20o7, " dichiara che non spettava allo Stato, e per esso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, attribuire alle autorità marittime statali la competenza amministrativa relativa al rilascio di concessioni demaniali nell'ambito dei porti turistici e commerciali di rilevanza economica regionale ed interregionale siti nella Regione Toscana, ulteriori rispetto al porto di Viareggio; annulla, per l'effetto, nella parte indicata in motivazione, la nota del 21 marzo 2006 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le infrastrutture della navigazione marittima ed interna, di cui in epigrafe.". E' la sentenza, quella famosa sul porto di Viareggio, che tutti quelli che hanno a cuore la sorte del porticciolo di Santa Marinella, ed il correlato sviluppo della città, aspettavano.


Altra decisione importante è quella che definisce la questione sul danno erariale dell'ex sindaco Maggi ( n. 188 del 2007 sezione seconda centrale appello ) il quale ha prima appellato la sentenza con cui veniva condannato a risarcire una somma in denaro al comune e poi, pagando una somma ridotta, ha condonato la propria posizione facendo cessare la materia del contendere (naturalmente in relazione all'appello). Ora bisognerebbe anallizzare la sua posizione rispetto ai requisiti di compatibilità ed elegibilità a consigliere comunale. La questione fu sollevata in sordina dai consilgieri di minoranza all'indomani dell'elezione e poi con un minimo di veemenza in più da Anniballi e dai suoi sodali del Pentagono (quello che qualcuno da qualche giorno chiama Il Tentacolo in ragione della loro onnipresenza).

Chi aveva ragione? Non lo so ma ora è senz'altro tardi saperlo.

Prossima apertura, un'altro supermercato?


Il Faraone è di nuovo all'opera. Presto è prevista l'apertura di un negozio sulla via Aurelia. Sotto l'insegna del comitato elettorale si stanno allestendo gli scaffali, i banconi ed i carrelli di un vero e proprio supermercato. Protidei è l'insegna del comitato ed il nome è tutto un programma. Deriva da protos che significa al primo posto e da deus che spiega, diciamo da sè, l'essenza faraonica della questione. Gli scaffali sono pieni di promesse elettorali. Quattro sarti ( i famosi quattro sarti in padella) lavoreranno notte e giorno per confezionare assessorati su misura a chiunque si avvicini. Pronti pacchi di deleghe ed un settore specializzato in project financing. Il primo progettone sarà il nuovo Ospice pensato per i soggetti in preda ad una sindrome tanto particolare che sembra sia diffusa solo sulla Perla, la sindrome della memoria volatile. Tanta gente che ha già dimenticato come si stava peggio quando tutti pensavano di stare meglio e come si starà meglio quando qualcuno avrà capito che il tempo passa ed il futuro ce l'abbiamo davanti. L'ospice è già prenotatissimo ma un primo incidente si è verificato quando la lista degli ospiti è stata, per errore, scambiata con quella dei sostenitori del Faraone, o meglio forse la lista degli ospiti è stata copiata da quella dei sostenitori del Faraone, ovvero....beh, forse le due liste sono identiche.
Comunque i lavori nel primo supermarket della politica mai costruito in città fervono, vanno a mille. Prontissima anche la lista dei candidati che sosterranno il Faraone. Siamo già a quota trenta tanto che la prefettura sta pensando di indire due elezioni una di seguito all'altra. Con i ritmi civitavecchiesi (tra un caffè e l'altro) alle elezioni di primavera, regnasse di nuovo il Faraone, ne seguirebbero subito quelle di autunno, anche per vedere dove si pesca di più. Per questo la lista ha giustamente 30 nomi ed un motto (..e nun ce vonno stà!) adatto all'occasione.
Alla cassa danno anche le tessere fedeltà. Le distribuiscono lì perchè, effettivamente, le adesioni al PD sono state davvero pochine. Avviata una ricerca del personale; serve di tutto, dai commessi ai procacciatori.
Una sola categoria è già satura: chissapperchè proprio quelli che lavoreranno vicino alla cassa.

19 ottobre 2007

Comunicazione di servizio

Cominciano a proliferare, qui sul blog, i commenti ai post. I commenti sono la vera vita del blog e servono, con uno strumento bidirezionale come questo, a fare la differenza rispetto alla radio, alla tv o alla carta stampata. Ci permettiamo di "moderarli", di filtrarli in pratica, per una semplice ragione. Non si tratta di censura perchè anche come post facciamo pubblicare di tutto ma due regole ce le siamo date. Non bisogna mai andare sopra le righe. Gli unici limiti che ci siamo fissati sono quelli di evitare un linguaggio scurrile ed infrangere il codice penale. Pertanto chi non vedrà pubblicato il proprio post od il proprio commento provi a dargli una "leccatina" intorno. L'italiano è una lingua bella e versatile, il vocabolario è alto una spanna, le cose si possono dire in tanti modi.
Fatevi sotto!

18 ottobre 2007

Tutti al Monte

Tutto sommato non va bene così. Ho spesso pensato a questo momento, alla stagione che stiamo vivendo adesso, ma nei miei pensieri scorreva un altro film. Ho sempre pensato che alla fine di questa esperienza politica, considerata da me prima istintivamente poi via via sempre più razionalmente un fattore negativo per la città, la gente potesse finalmente tirare il fiato. Molti hanno dato fiducia al Faraone. In tanti per tornaconto personale ma altri anche perchè desiderosi di qualcosa di diverso, con la smania di cambiare. E a cambiare non c'è riuscito nessuno, se non in peggio. Allora credevo che tutta questa gente, immaginavo, avesse avuto voglia di cogliere anche quest'onda di ritorno. Mi immaginavo, dopo il 4 ottobre, un paese con un'aria assolutamente frizzante, effervescente. Lo immaginavo pieno di gente propositiva, che si dava da fare fino allo stremo per tirare fuori i remi e ricominciare a vogare. Nulla di tutto questo. Forse la palude aveva bloccato tutti gli usci delle case; forse i miasmi che avevo sempre denunciato avevano intontito ed intorpidito tutti.
Allora, gente, vorrei permettermi di darvi un suggerimento. Non so se ci avete mai fatto caso, ma tra un orecchio e l'altro la maggior parte di noi ha un cervello che, probabilmente, in questo periodo è stato portato al Monte dei Pegni. E' ora di andarlo a riscattare. Non credo i giochi siano ancora fatti. Riportiamo a casa i nostri cervelli e diamogli una bella lucidata. credo che al primo colpo si rimettano di nuovo in moto e allora si, comunque vada e qualunque sia il risultato, potremmo dire di aver vinto, solo usando i nostri piccoli cervelli. E dove farli allenare?
Mi piacerebbe che si creasse un laboratorio. Si mi piacerebbe che si chiamasse così, proprio il laboratorio. Una piccola palestra per poter far giocare i nostri cervelli, dalla quale far scaturire anche proposte vive, proposte per vivere. La cosa bella, qualunque mi ripeto sia il risultato, sarebbe che il laboratorio accompagnasse, come contropotere vivo sul territorio, il cammino della nuova amministrazione.
Vi pare solo un sogno? Cominciamo a tornare al Monte dei Pegni, tutti in fila, tenendoci per mano. Riscattiamo i nostri cervelli...poi si vedrà.

17 ottobre 2007

Uno contro tutti, senza rete.

Il prossimo 24 ottobre alla sala parrocchiale di S. Giuseppe il Faraone si lancerà in una sfida impossibile. Tenere testa a tutti i suoi detrattori. In una sorta di uno contro tutti sfiderà tutti quelli che lo hanno abbandonato cammin facendo nella convinzione di potergli dimostrare che sono in errore, che hanno sbagliato loro. Il rischio? Che da uno contro tutti si trasformi in tutti contro uno. Tra il pubblico potrebbero esserci i dieci precari della multiservizi che grazie alle alchimie finanziarie della sua gente da ieri sono senza lavoro. Oppure tutti quelli che sono convinti di poter edificare sui loro lotti alla Quartaccia. O ancora i tanti che sono rimasti a bocca asciutta dopo le sue reiterate promesse. Ci sarebbe da divertirsi. Speriamo vada in mondovisione.

14 ottobre 2007

L'altra campagna elettorale al via


Stamattina due dei tre "dissidenti" della Nuova Dc, Marongiu e Maggi, hanno spiegato le ragioni del loro allontanamento dall'amministrazione Tidei e quindi della sua caduta. I fatti sono quelli che tutti abbiamo già vissuto, le ragioni quelle che già abbiamo sentito, ormai più volte, e letto sui muri della città.
Tre i fatti nuovi che ci hanno raccontato con un atteggiamento magistrale da sindaco e da vicesindaco:
  1. la ZTL si farà, anche se si chiamerà "telesorveglianza"; la sua rinuncia è stato evidentemente uno dei motivi sui quali il Faraone è inciampato.
  2. mai più con la sinistra, hanno detto, anche se con la sinistra ci si sono alleati loro e non la città; anche se poi i danni, i segni che quest'amministrazione ha recato si manifesteranno sulla città e non probabilmente addosso a loro
  3. li ritroveremo in lista, non sappiamo ancora quale ma li ritroveremo ancora in corsa per una poltrona

Quello che ci ha interessato è stato quello che non è stato detto, ma sottolineato e abbondantemente evidenziato. Il passo indietro che tutti chiedono a questi signori non è ancora stato annunciato, il ragionamento saggio che tutti ci aspettavamo non è stato fatto; è vero che c'è tempo ma ogni cosa ha il suo, di tempo. Noi immaginavamo che dicessero: "ci siamo sbagliati, abbiamo fatto i conti senza l'oste, ci facciamo da parte" ma così non è stato. La colpa di tutto quello che è successo a Santa Marinella è stata, ora, addossata al Faraone. Adesso non è indispensabile sapere chi ricattava chi, ma perchè hanno tenuto il gioco al Faraone per 30 mesi. Basta non dimenticare che a Santa Marinella quel signore non l'abbiamo portato noi, che non l'abbiamo usato noi per vincere le elezioni. Basta poco, lo stesso poco che serve per fare un passo indietro che poi è la stessa cosa che la gente, quella semplice e schietta, sta cominciando a chiedere.

C'è tempo? Diciamo piuttosto che verrà quel tempo, che dovrà comunque arrivare.

Buona Domenica

13 ottobre 2007

Il contrappasso




Il giovine Anniballi insieme a qualcuno dei suoi sodali de "il Pentagono" ha avuto un pensiero gentile nei confronti del Faraone, lo stesso faraone che nei due anni e mezzo del suo regno non ha fatto altro che intitolare a personaggi illustri vie già esistenti di Santa Marinella.
Una via in più non si nega a nessuno.
Il fatto che la re-intitolazione sia avvenuta su un tratto di via della Libertà, secondo voi, c'entra qualcosa?

11 ottobre 2007

Andrea, dove vai?


Andrea Bianchi, da presidente dell’Udc, porta avanti il suo compito: riorganizzare il partito a Santa Marinella. “Non ci interessa entrare in nessun tipo di polemica e non ci interessa in nessun caso lo scontro verbale che non porta da nessuna parte” dice il giovane ex vicepresidente del consiglio comunale.”Siamo sicuri che il paese chiede a tutti noi di qualsiasi schieramento politico di rimboccarci le maniche per realizzare quei cambiamenti così importanti che tutti i cittadini desiderano. Per queste ed altre mille ragioni lanciamo un appello alla società civile e a tutti i cittadini di occuparsi della gestione della propria comunità. Consideriamo un dovere stare dalla parte di quelle forze pulite, oneste e laboriose di cui la comunità locale si compone e stare dalla parte della politica costruttiva fatta di passione e di tanti sacrifici ,pensiamo che solo così ci si può candidare ad essere l’alternativa per un progetto di crescita e partecipazione popolare.” Però per ora non si schiera e non offre nemmeno il braccio al Faraone, come ha fatto qualche suo ex collega di partito. Rimanda tutta la linea a novembre quando il congresso, che si doveva già tenere a fine 2005, sceglierà il suo nuovo segretario.

Anna Maria apre la campagna elettorale



Guardo una foto di Tidei con l’ex sindaco Ricci che si stringono la mano sorridenti e soddisfatti e non può non venirmi in mente quell’urlo di contestazione all’ultimo consiglio comunale:
testa di baccalà, sei uno sconfitto, io ho avuto il 73 % dei voti, tu solamente il 27%-
(trallallà, trallallero, come già scritto in una mia precedente, con la cantilena che fanno i bambini prepotenti)
Si, perché di bambini prepotenti si tratta.
Tutta questa amministrazione è stata una prepotenza fatta di giochi di potere sapientemente gestiti da questo sindaco, ma altrett’anto sapientemente giocati da tutta la giunta, opposizione compresa. Mi dispiace, oggi come oggi vedere e sentire questo vociferare, questo inveire contro una persona che ancora non è un inerme, ma che presto lo diventerà con il naturale evolversi dei fatti, delle indagini dei nodi che inevitabilmente verranno al pettine.
La mia non vuole essere una difesa al Tidei, me ne guardo bene , al contrario è una accusa a lui ma anche a tutta la giunta.
Tutti avete mangiato nello stesso piatto abbondantemente ma quando la minestra stava per finire vi siete animosamente rivoltati verso il cuoco perchè non ne aveva fatta abbastanza per far vi ingozzare.
Ma fino a quando e per quanto volevate ingozzarvi?
La vostra rivolta è stata la classica contestazione di chi ha preso ma che, non ancora sazio, voleva ancora di più. Pessimo il cuoco che non ha saputo mettere i giusti ingredienti al momento opportuno , le giuste quantità durante la cottura, ma pessimi gli avventori che si sono accaniti con una famelica fame sulla scodella senza vedere nulla al di fuori dei loro interessi.
Ed ora? Ora state cercando fra di voi un nuovo cuoco, MA FRA DI VOI,!
Giocando con i soliti compromessi le stesse strategie gli stessi soprusi che offendono noi cittadini, la nostra intelligenza, la nostra ricerca di aria nuova.
Sappiate che non VE LO P E R M E T T E R E M O !
Lo sò, non basta dirlo, è di ieri la mia denuncia pubblica di totale sostegno al sig Quartieri, ma non perché io lo ritenga, in maniera particolare, più pulito di altri, è molto difficile giocare in un pantano senza sporcarsi, ma perché è stato l’unico che abbia detto basta pubblicamente quando i giochi sì, stavano finendo, ma erano comunque ancora in fase di sviluppo.
Avete mangiato e bevuto TUTTI indistintamente!
Gente andatevene a casa perché è ora di dire BASTA!
Nessuno di voi è in grado di governare meglio di Tidei , venite dalla sua scuola, nessuno di voi potrà ripulire le strade di tutte le angherie che avete fatto e sperperato, venite dalla stessa cucina, nessuno di voi ha il potere di candidarsi con le sue forze ma avrà bisogno, per venire eletto, del supporto e dei compromessi del suo ex vicino di sedia per poter vincere e quindi la minestra sarà forse scaldata ma sempre con gli stessi ingredienti di sporchi e loschi affari con cui è stata cucinata fino ad oggi, perché se così non fosse, non avreste permesso che le cose arrivassero a questo punto. Per me siete tutti colpevoli allo stesso modo e quindi:
DOVETE ANDARVENE TUTTI A CASA TUTTI!!!!!
Santa Marinella ha bisogno di aria pulita.
Da oggi inizierà la campagna elettorale fatta di persone immacolate da un punto di vista politico, sorrette solo dalla loro voglia di fare e dire cose pulite, giuste, oneste.
Se uno di voi ha il coraggio di presentarsi e dire esco fuori da questo giro, mi sono tolto le mie pulci parassite di gioco e potere e sono pronto a ricominciare tutto da capo con l’aiuto e la volontà di cittadini che vogliono cose giuste, si faccia avanti, noi lo appoggeremo.
Ma deve ripulirsi del losco, del gioco strategico fin quì usato, deve essere LUI e basta, senza il codazzo politico alle spalle, deve saper parlare un giusto linguaggio, dire cose concrete, semplici e pulite.
Per far questo ci vuole fegato, voi avete la pancreatine, ecco perché spolvero, via, via, via, la polvere intossica i polmoni, i nostri polmoni reclamano aria
PULITA!!!!!!
Anna Maria Lattanzi

Carlo contro l'Anonimo


Il giorno 4 ottobre 2007
un anonimo invia una lettera per mezzo di posta elettronica, definendosi felice della fine dell'incubo Tidei ed i suoi schiavi sottraendosi dal farsi riconoscere, lo stesso si nasconde! perchè sa di di essere solo, vigliacco, senza cultura e senza storia. L'infelice anonimo senza dignità e privo di moralità pagato per lavorare al servizio di gente senza scrupoli e pericolosi che tentano di sovvertire la democrazia e la libertà, una setta che lavora nascondendo la propria identità, pensavamo che fossero sconfitti dalla storia dell'Italia che in virtù della resistenza e della costituzione repubblicana possono godere della libertà per esprimere i dissenzi costruendo analisi migliorativi a supporto dei cittadini in difficoltà: mentre appare molto chiara la sola logica dello sciagurato scrivente mirante solo ha realizzare inutili allarmismi e discriminazioni sulle persone che nulla hanno a che vedere con persone che non hanno valori per potersi presentare visibilmente alla società, perchè sanno di essere rifiutati.
Caro anonimo con la tua lettera inviata per mezzo della posta elettronica il giorno 4 ottobre 2007 hai rilevato la tua identità di vigliacco ed immorale appartenente alle losche che la società civile rifiuta
Benci Carlo

10 ottobre 2007

Quelli veri

La giunta Tidei è caduta per la volontà, da parte delle forze democratiche ed oneste della città, di dire basta ad una coalizione amministrativa e politica affaristica e clientelare sempre più diffusa, che stava per portare al collasso e al degrado etico S. Marinella e S. Severa. La mancata volontà di rispettare gli impegni elettorali programmatici, lo scarso rapporto con la città e con i bisogni e le speranze della gente che ci aveva sostenuti, e le numerose fughe in avanti in alcune decisioni importanti, come la sede comunale, senza rispetto del confronto democratico, hanno da subito minato il terreno sul quale sarebbe dovuta rinascere una fase politica nuova e si sarebbe potuta scrivere una storia diversa per il futuro della nostra città. I metodi arroganti ed accentratori del sindaco, costantemente rivolto a capovolgere la verità pur di ostentare sicurezza e infallibilità,circondato da uno stuolo di cortigiani sempre pronti a servire il padrone pur di rinsaldare le proprie vantaggiose poltrone, nonché la sistematica ricerca di operazioni trasformistiche e di accordi di sottobanco(Assumma e Fratturato), hanno, col tempo, aggravato la situazione e portato all’allontanamento graduale di molte forze politiche della coalizione guidata da Tidei. I lauti stipendi assicurati dall’appartenenza amici di amici di partito, peraltro bocciati pesantemente dall’elettorato, e di consiglieri comunali (Assumma) che con disinvoltura e facile opportunismo ha subito provveduto a cambiare idee e schieramento (parla di scarsa dignità per i 3 firmatari della nuova DC?) e le numerose consulenze onerose, concesse ad amici e signorsì, pronti ad apparire al suo fianco in veste consolatoria, hanno rappresentato un esempio indiscusso di malapolitica ed una tra le pagine più buie della nostra città. E di questo il coordinatore regionale dei DS, Zingaretti, non è stato evidentemente bene informato o ha preferito esprimere una valutazione politica pilotata e mistificatoria, che avrebbe fatto bene a risparmiarsi. Se il futuro PD nasce da questi presupposti, c’è da essere seriamente preoccupati per il futuro del nostro paese. E non abbiamo alcun dubbio a pensare che i fedelissimi dell’ex sindaco vogliano ricandidarsi alle prossime elezioni di primavera, giurando sostegno incondizionato a Tidei. Certo rinunciare ad uno stipendio da assessore o ad incarichi professionali a parenti molto stretti, o alla speranza di veder sbloccare altri terreni su cui poter gettare altro cemento, devono essere stati colpi molto duri da tollerare. La città , a questo punto, si chiede se, venendo meno i conflitti d’interesse diretti o indiretti, legati soprattutto all’edilizia, e le motivazioni di convenienza esistite fino ad oggi, la schiera dei feudatari resterebbe invariata o si ridurrebbe decisamente fino ad annullarsi. Crediamo che prevalga la seconda eventualità, e riteniamo che gli “inaffidabili” non siano coloro che hanno avuto il coraggio di sfiduciare Tidei ma quelli ai quali per 2 anni e mezzo è stato consentito di muoversi in un costante intreccio tra politica e affari. E di questo la città è ormai pienamente consapevole. Infine, Tidei definisce traditori, mascalzoni e delinquenti i 3 firmatari della nuova DC ? Lui, che è un maestro in queste operazioni, fa finta di non ricordare il facile e reiterato ricorso ai traditori e ai mercenari di turno che ha fatto in questi anni, nel tentativo di far cadere giunte nel nostro comprensorio a lui non gradite e non subalterne? Anche di questo la città conserva una memoria viva ed attuale.PRC, VERDI, SINISTRA DEMOCRATICA, ITALIA DEI VALORI, SDI, PdCI, IL PAESE CHE VOGLIAMO, MARGHERITA: CIOE’ IL VERO CENTRO-SINISTRA!

Comitato Tidei Libero


Rivendichiamo a gran voce l'idea.

I primi a lanciare la campagna "Liberate il Faraone" siamo stati noi. Ieri, in rete, il primo messaggio di un fantomatico comitato Tidei. Comitato per cosa? Per la sua elezione? Per il Partito Democratico? Per il suo buon nome? Io spero che dietro questa casella di posta elettronica ci sia, almeno, un comitato di raccolta fondi. Così avremo qualcuno a cui chiedere, e speriamo ottenere, il risarcimento danni che la città merita. Di sicuro dietro questa casella di posta elettronica c'è un'ulteriore trasformazione dello Zelig della Perla, strano animale che si nutre prevalentemente di primi cittadini e che dopo aver fatto fuori, in un anno, due sindaci non demorde.

Piccolo suggerimento: l'indirizzo è comitatotidei@libero.it e credo sia l'occasione giusta per far sentire la nostra voce. E' in fondo un microfono aperto. Possiamo intasare quella e-mail con tutto il nostro disappunto, la nostra riprovazione, la nostra indignazione. In questo modo il Faraone, ed anche il suo Zelig, potranno toccare con mano i sentimenti dei cittadini, magari per la prima volta.

State calmi, se potete.

08 ottobre 2007

Chi glielo doveva dire....




Proprio ieri Luciano Pranzetti parlava di corsi e ricorsi.

Indubbiamente la mano è la stessa, si nota la stretta decisa e virile, ma la faccia....?

Sorridi, sei su scherzi a parte!

07 ottobre 2007

Onore al Che

Quarant'anni fa moriva Ernesto Guevara.
Onore e vittoria, Comandante!


06 ottobre 2007

Lo dice la Federazione

La caduta dell’amministrazione Tidei rivela chiaramente la fine di unprogetto e di una modalità della politica che ha creato notevoli difficoltàin tutto il territorio e per molti anni. La capitolazione (perché di questosi tratta) non avviene come sostiene lo stesso Tidei, per problemi relativialle future elezioni primarie del Partito Democratico ma per ciò che ilsindaco non ha saputo fare in termini prima di tutto amministrativi epolitici. Anche se la caduta fosse poi legata alle primarie rivelerebbe laconsiderazione che si ha dei cittadini e della popolazione. Per i “nostri”giochi siamo capaci anche di sacrificare l’amministrazione comunale. Noiriteniamo che tutto questo sia indice di un vero fallimento. Ciò dimostrache l’uscita del partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea dallamaggioranza un anno e due mesi fa seguita dall’uscita delle altre forzedella sinistra non era pretestuosa come si è voluto, per diversi mesi, farcredere. Anche nel campo dell’urbanistica che con Giovanni Dani il Prc hagestito fino a un anno e due mesi fa, prima dell’uscita dalla maggioranza,si è vista la volontà del sindaco che non ha fatto altro che dedicarsiall’improvvisazione e alle deroghe. Tutto ciò che si è visto in questi mesidi amministrazione parla altrettanto chiaramente: consulenze, trasformismo,non una sola idea per la città, cancellazione e svilimento del ruolopubblico, incarichi, degrado morale. Tidei ha caratterizzato un’epoca che sembra ormai alle spalle. Nondimentichiamo il ruolo svolto anche per la candidatura alla presidenzadell’autorità portuale di Civitavecchia dove la sua candidatura haostacolato una risposta alle necessità dello scalo per diverso tempo. A questo punto e a livello territoriale e del comune di Santa Marinella c’èda creare una condizione che possa dare una risposta in terminiamministrativi e occupazionali a partire dalle forze di sinistra. A partiredai prossimi appuntamenti come le elezioni provinciali e le comunali diCerveteri. Sono altre le risposte che il territorio si aspetta. Tidei non sene era accorto. Ormai da diverso tempo.
Federazione Prc

Corsi e...ricorsi

S'è 'ncazzato de brutto, in conferenza,
er sor Tidei, pe' via de la legnata
capitataje 'n testa, inaspettata,
senza un minimo cenno d'avvertenza.

Dice, sdegnato, che nun c'è coerenza,
che questa è 'na manovra mascherata
fatta da traditori, gente 'ngrata
priva d'onore e priva de decenza.

Se aricordassi quarche tempo addietro,
quanno trescavi inciuci e,de tto, fatto,
mannavi l'avversario giù de chiatto,

dovressi avè capito, caro Pietro,
che chi co' 'sta moneta fa mercato
prima o ppoi co' la stessa è ripagato.

Luciano Pranzetti

05 ottobre 2007

La voce di Maggi & co.

Cari cittadini,
come già saprete i Consiglieri Comunali del nostro partito: Marco Maggi, Roberto Marongiu e Fabio Quartieri, sono usciti dalla maggioranza di governo della città determinando la caduta del Sindaco Tidei.
La nostra decisione, che può apparire politicamente severa, era ormai necessaria e non più rinviabile.
Abbiamo sperato, come tanti di Voi, che si fosse creata finalmente l’occasione per cambiare in meglio il futuro di questa città.
Decidemmo pertanto, sostenuti da tanti cittadini elettori, di scommettere sulla presunta capacità del nuovo Sindaco, rinunciando a schierarci in esistenti schieramenti politici visibilmente a corto di idee e di persone.
Abbiamo richiesto più volte, nel tempo, senza risultato, maggiore attenzione sulla problematica della raccolta dei rifiuti e sulla carente pulizia della città sperando di poter finalmente responsabilizzare l’AMA inducendola al rispetto dei suoi precisi doveri contrattuali.
Abbiamo richiesto che la viabilità cittadina diventasse una priorità tra le emergenze del territorio ma i progetti da noi elaborati e proposti (ampliamento di Via delle Colonie e collegamento con Valdambrini, Via Ortigara, rotatoria a fronte della piscina comunale) non sono stati per la gran parte finanziati.
Abbiamo chiesto, inascoltati, di approvare sollecitamente il piano degli accessi al mare ed i piccoli approdi così attesi dai cittadini e dagli operatori turistici.
Abbiamo infine assistito ad una stagione turistica finanziata ed animata in modo avvilente a Santa Marinella, con grave danno economico per la città.
Prendiamo invece atto che a fronte di una colpevole carenza di opere pubbliche si è assistito ad un proliferare di iniziative urbanistiche mal gestite e quindi poco comprese dalla pubblica.
Pertanto, cari cittadini siamo molto fermio nel dichiarare ormai conclusa questa esperienza politico-amministrativa non più utile e necessaria del territorio bisognoso di scelte coraggiose e tempestive e, perché no,….. disinteressate.
Non ci siamo mai sottratti al dovere di assumerci le nostre responsabilità e con questo gesto politico riaffermiamo il non attaccamento a qualsiasi poltrona o ad altro prestigioso incarico.
Confermiamo già da oggi il nostro impegno e la nostra disponibilità a dialogare con tutti i cittadini animati con spirito democratico e moderato per poter creare insieme a voi il futuro della nostra città.
Grazie.

04 ottobre 2007

Arriva il commissario


Una notizia buona, quella che arrivi il commissario. Una notizia meno buona c'è l'ha data in presa diretta proprio il Faraone, sentitamente "indignato". E' stato fregato sul tempo, non c'è che dire. Avrebbe preferito lui stesso bruciare tutti e fare la figura di quello che liquidava i quattro ragazzi che gli erano rimasti attaccati alla giacca con un calcio nel sedere. Ed era sicuramente il suo proposito. Le dichiarazioni che abbiamo sentito oggi pomeriggio da parte di Fronti, Fiorelli e Trebiani, avvocati difensori di un imputato ormai sotto il patibolo, non tengono conto del fattore C, del calcione che il Faraone si apprestava a tirare a tutti. E' stato bruciato sul filo di lana. La brutta notizia, dicevamo? Lui è entrato in campagna elettorale. Ci ha garantito che, dopo sette mesi di campagna al vetriolo come la sa fare soltanto lui, sarà di nuovo sindaco. E' una minaccia, quindi? Non saprei dire. E' bravo, certo, a focalizzare tutte le sue energie su un nemico, come ha fatto due anni fa con Ricci ma adesso di nemici ne avrà tanti. Intanto per i nostri amici affezionati che si stanno trasformando, grazie alla nostra passione per la verità, in voyeur del mondo che ci circonda linkiamo il documento di dimissione, l'atto che ha chiuso l'Età Imperiale

Un bel casino, ma per adesso va bene così.

E' il momento? Si, è il momento

Tutti a casa


Pietro Tidei non è più il sindaco di Santa Marinella.
Con la presentazione delle dimissioni da parte di undici consiglieri comunali sui venti eletti Santa Marinella non ha più una maggioranza in grado di governarla. Stamattina è stato protocollato un atto firmato da Roberto Bacheca, Renzo Barbazza, Venanzo Bianchi, Giovanni Dani, Angelo Grimaldi, Marco Maggi, Roberto Marongiu, Giuliano Notazio, Achille Ricci, Fabrizio Romitelli e Fabio Quartieri nel quale, con toni molto duri ed argomentazioni pesanti, fra i quali l’accusa al sindaco di gestire a livello personale il governo cittadino, sottolineano l’esigenza e l’inevitabilità di chiudere immediatamente questa legislatura. I primi segnali di una crisi strisciante si sono avvertiti qualche settimana fa. Un appoggio determinante è arrivato tre consiglieri comunali aderenti alla Nuova Democrazia Cristiana, Marongiu, Maggi e Quartieri, che attraverso atteggiamenti, documenti ed interviste facevano intendere di mal sopportare uno stato di cose che di fatto paralizzava l’attività amministrativa e la crescita della città. Sapiente gestore della crisi è stato Achille Ricci che ha saputo mediare tra le esigenze dei vari gruppi coinvolti e far arrivare tutti indistintamente i consiglieri di opposizione e i tre consiglieri di maggioranza, fra i quali due assessori, alla decisione. La maggioranza quindi che sosteneva il sindaco Tidei, dopo lo splendido successo elettorale dell’aprile 2005 si era fatta via via più esigua perdendo, nel tempo, prima l’assessore di Rifondazione Comunista, Dani, poi l’assessore dello Sdi, Notazio, ed infine, nei giorni scorsi, il presidente del consiglio comunale Barbazza. Una situazione scricchiolante e difficile da gestire tanto che il penultimo consiglio comunale era saltato per la mancanza del numero legale, provocata proprio dalla Nuova Dc. Ora il Prefetto di Roma dovrà nominare un commissario che gestirà il comune fino alle elezioni che si dovrebbero svolgere nella prossima primavera in concomitanza con le elezioni provinciali. Infatti le dimissioni della maggioranza dei consiglieri non concedono appello al sindaco, come nel caso della mozione di sfiducia, provocando lo scioglimento del consiglio comunale.

03 ottobre 2007

E adesso?


Non tutto è andato come doveva o come Lui desiderava, ce ne siamo accorti. Quello che poteva cambiare non è cambiato, la sterzata non ha sterzato. E adesso? Tutta la città dovrebbe ruotare intorno all'ingresso di Eugenio Fratturato in maggioranza ed alla nomina di Andrea Bianchi assessore? No, amici. Non vanno così le cose. L'atmosfera che stiamo vivendo è irreale. Il Faraone sta giocando le sue ultime carte. Se prima poteva incolpare i suoi di remargli contro ora no: ha un bel pezzetto di carta dove tutti gli giurano fedeltà fino alla morte. Ma le cose per noi comuni mortali ancora non vanno bene. Nessuno osa prendersi le sue responsabilità e anche tra la gente si sente una disaffezione per la politica che fa paura. Come sottolineavamo già, la distanza tra il Palazzo e la gente sta diventando incolmabile.

Sulla terrazza di via Rucellai non se ne accorge nessuno. L'orchestrina sta suonando e tutti ballano.

E con il pezzetto di carta con le firme collezionate lunedì? Io mi ci soffierei il naso

02 ottobre 2007

Come previsto

Come previsto nulla può cambiare il nulla. La riunione di lunedì sera, che doveva servire a verificare lo stato di coesione tra i consiglieri di maggioranza e quello di attuazione del programma elettorale ha partorito uno scarno comunicato, che ha trovato in perfetto accordo tutti i consiglieri ma che non rispecchia quanto affermato dal sindaco Pietro Tidei subito dopo il contestato consiglio comunale di dieci giorni fa. Il primo cittadino della perla era stato perentorio. Era necessario trovare nel vasto programma una serie di elementi, pochi, da realizzare subito. Bisognava poi procedere a verifiche semestrali e a rimpastare la squadra di governo, rea di perdere colpi e soprattutto perdere tempo. Così non è stato. Nel documento si legge che verranno approfondite “le priorità ed il quadro degli interventi da definire in tempi brevissimi, sulla base delle proposte che ogni gruppo si farà carico di avanzare”. Quindi non si è espresso ancora nulla, assistiamo all’ennesimo rinvio né qualcuno potrà dire che la crisi, aperta ufficialmente da Roberto Marongiu in consiglio comunale, sia stata chiusa. La parte del leone l’hanno giocata come al solito i tre consiglieri della Nuova Dc, Maggi, Marongiu e Quartieri, che hanno animato la discussione. Probabilmente proprio il loro intervento ha costretto il sindaco Tidei, che aveva preparato il documento da sottoscrivere in maniera più articolata e composita, a ripiegare all’ultimo minuto su una sorta di “piano b”, predisposto alla bisogna per contenere l’irruenza dei tre dissidenti. I quali una volta siglato il “patto di fine legislatura” hanno abbandonato la seduta. Questa volta il ruolo di portavoce è toccato a Marco Maggi che ha esternato tutte le perplessità dei tre consiglier che comunque non hanno intenzione di far chiudere prima della naturale scadenza l’esperienza della giunta Tidei. L’appuntamento per la definizione delle cose concrete di cui la città ha bisogno è stato rinviato a martedì prossimo, data dalla quale partiranno una serie di incontri di verifica ed aggiustamento della rotta. Per molti non una soluzione ma solo un modo di rinviare il problema, magari facendolo scivolare a dopo la metà di ottobre, data cruciale a causa dell’appuntamento con le operazioni di nascita del PD.

Samuele e il Piddì

Sta nascendo l'Assemblea costituente del partito democratico.
La Costituente, come tale, dovrà porre le condizioni di base, stabilire regole e norme per il funzionamento democratico del costituendo partito.
Bisogna porsi immediatamente alcuni interrogativi, cioè:

Se quegli organismi, che gli elettori del Partito democratico stanno per eleggere, devono assolvere ad un ruolo costituente, per quale motivo non viene eletta la sola Assemblea costituente nazionale?
Per quale motivo viene eletta anche un'Assemblea costituente regionale?
Per quale motivo i due principali partiti protagonisti della nuova formazione (DS e Margherita) hanno tenuto in piedi i loro centri direzionali malgrado si siano sciolti almeno tre mesi fa, all'atto dello svolgimento dei loro ultimi rispettivi organismi nazionali, conclusisi con la elezione di una Commissione dei saggi il cui compito era quello di fissare le regole generali del nuovo partito?

Nella storia dei partiti, e di qualunque altra organizzazione politico sociale, gli atti costitutivi vengono elaborati, completati ed approvati da un consesso nazionale (assemblee, comitati, consigli, adunanze etc.).
In altre pochissime occasioni si è partiti dal basso: dalle strutture locali e, a scalare, da quelle zonali, provinciali e così via. Sono questi i casi, rarissimi, in cui si è voluta una partecipazione reale della gente.

Allora perché, nel caso del partito democratico, si vuole eleggere anche un'Assemblea costituente regionale che rappresenta il punto intermedio fra strutture nazionali e locali?
Perché i centri di direzione nazionale di DS e MARGHERITA si sono riservati il diritto di formare, accettare e comporre direttamente le principali liste?

Il marchingegno è stato adottato probabilmente per dare risposte ad apparati o ai tanti addetti alla politica che, principalmente nell'ambito dei due partiti, non avrebbero trovato spazio nelle sole liste nazionali. Dunque questa scelta/marchingegno risponde ad una logica interna di autoconservazione degli apparati o degli addetti. In sostanza al mantenimento di un potere centrale e periferico che vuole riproporre le vecchie nomenclature.

Questo tipo di giudizio può essere confermato da una rapida scorsa delle principali liste, quelle più accreditate sul piano del risultato elettorale, che vedono in testa gli esponenti più significativi dei vecchi partiti e, a scalare, persone sconosciute alla politica e alla società civile.
Il meccanismo delle liste bloccate, che esclude le preferenze sui singoli partecipanti, garantirà l'elezione dei primi delle liste (cioè gli apparati) ed escluderà ineluttabilmente le cosiddette "seconde scelte".

Ci sono ancora altri pericoli-imbrogli che potranno verificarsi, secondo me ancora più gravi.

Uno di questi è rappresentato dal pericolo che una volta eletti gli organismi costituenti si trasformino in definitivi. L'Assemblea costituente del partito democratico dovrà durare uno,due, massimo tre mesi per fissare regole ed approvare atti che dovranno poi ispirarne la vera e propria formazione partendo da basso, cioè dalle realtà locali.
I marchingegni adottati fanno sospettare, invece, che questi organismi si trasformino in definitivi.
Ciò creerà un vuoto di presenza nel territorio visto che, a partire dal 14 d'ottobre, non ci potranno essere più scuse per mantenere in piedi le vecchie sedi dei partiti.


Ma come saranno elette le nuove istanze territoriali periferiche?

I cittadini elettori del nuovo partito saranno chiamati a votare con l'adozione del voto segreto nelle urne o si adotterà il sistema delle tessere fatte casa per casa, magari pagate dal notabile, sindaco o potentato locale?
Ci sarà la corsa alle tessere e si occuperà la nuova sigla politica con parenti, amici, prezzolati, per sostenere un vecchio potere che si è alimentato con la politica, le speculazioni e gli affari o si consentirà la partecipazione reale della gente che ha creduto, nonostante tutto, a questo nuovo progetto?


Tutto ciò premesso, affido alla vostra valutazione i miei giudizi e i miei sospetti.

Samuele Anselmo

01 ottobre 2007

Come finira?


Finirà che tutti staranno tranquilli al loro posto. Abbiamo scherzato, insomma, e vogliateci bene come al solito. Il riferimento è naturalmente al meeting di stasera, nel quale il Faraone dovrebbe rimpastare, ha detto, ma non ci è dato di sapere con quale stomaco lo faccia, dopo essere stato pubblicamente sfidato e schiaffeggiato.


Il piatto forte della serata (Marongiu panato, direte voi? Naaaa, di quello magari ne parliamo domani) sarà un documento, nel quale oltre a rivisitare e rendere più accessibile e realizzabile quella pietra miliare della fantascenza che è il faraonico programma elettorale i nostri dodici sigleranno un patto di fine mandato, abbastanza stretto e vincolante del quale già leggo il primo capitolo: non parlate ai giornalisti. Il capitolo secondo sarà: se proprio dobbiamo facciamo salire a bordo qualcuno della minoranza. Il capitolo terzo: diamo importanza e deleghe a Flaminia Assumma e la porpora assessorile ad Andrea Bianchi. Il capitolo quarto reciterà: non alzate più la testa, firmate tutti altrimenti ce ne andiamo tutti a casa.


Come finirà? Firmeranno, firmeranno.

Una bugia in meno


L’Amministrazione Comunale, per le sentenze del Giudice di Pace di eguale tenore, propone e proporrà appello al Tribunale, per dimostrare la fondatezza e correttezza dell’azione amministrativa posta in essere in tema di sicurezza della circolazione.

Così si chiude un comunicato emesso dall'Amministrazione Comunale che ci spiega che il Tribunale di Civitavecchia ha, con la sentenza 639/07, dato torto ad un automobilista passato con il rosso ad un semaforo e incappato nel photored. Questo automobilista si era rivolto al GdP contestando la mancata presenza di un operatore di polizia intorno all'apparecchio.

Ora due considerazioni sono d'obbligo. Il tono della chiusa del comunicato, che riportiamo sopra, ricorda molto, più che un momento di comunicazione istituzionale, l'annuncio formale di una rappresaglia. Beccatevi la multa e state zitti, perchè sappiate che se anche un semplice GdP vi dovesse dare ragione noi vi perseguiremo fino alla morte, naturalmente con dispendio di soldi ed energie che sono nostri e non dell'amministrazione.
La seconda è molto più sottile e riguarda la serie di bugie che escono, sotto l'aspetto formale di comunicazione, dagli uffici di via Rucellai.

L'amministrazione ha sempre negato che esistessero valanghe di ricorsi contro i sistemi elettronici per fare multe; basta andare negli uffici giudiziari di via dei Colli per rendersi conto dell'esatto contrario senza però poter quantificare finora quanti ricorsi il Comune abbia perso a causa del modo con il quale questi atti sono archiviati e conservati, molto medievale. Di seguito il comune ha sempre confermato, anche a mezzo stampa di non aver mai perso un ricorso.

Con questo comunicato finalmente si smentisce. Sarà necessario leggere la motivazione della sentenza per svelare le ragioni tecniche per le quali un GdP aveva dato ragione all'automobilista mentre il Giudice del Tribunale la stessa ragione glie l'ha negata.

Un'altra bugia, quindi, è stata svelata.

Comprereste un'auto usata....?